A cura di: Eleonora Morini
AVERE UN CANE AIUTA GLI ANZIANI A RIMANE AUTONOMI PIU’ A LUNGO
Autore: Yu TaniguchiNel 2016 sono stati arruolati nell’Ota Genki Senior Project più di 11.000 persone tra i 65 e gli 84 anni, autonome al momento del reclutamento. All’inizio dello studio è stato compilato anche un questionario sulla relazione con un animale di compagnia (attuale, passata o mai avuta) e la specie (cane, gatto o altro). Questi dati sono stati sono stati messi in relazione, alla fine del follow up, durato 3,5 anni, con quelli relativi all'insorgenza di invalidità e mortalità (estrapolati dal database del sistema assicurativo giapponese e dai registri sulla mortalità) ed è emerso che:
- Il rischio di invalidità per chi possedeva un cane era inferiore rispetto a chi ne aveva avuto uno in periodi precedenti e a chi non ne aveva mai avuto uno, con un tasso di insorgenza del 13,1%, 16,8% e 17,7%, rispettivamente.
- Rispetto al gruppo di riferimento, rappresentato da coloro che non avevano mai posseduto un cane, gli anziani proprietari di cani avevano un rischio dimezzato di sviluppare disabilità nel periodo di osservazione.
- Anche il tasso di mortalità dei proprietari di cani, era inferiore alla media del campione (4% verso 5,2%), ma in questo caso non raggiungeva la significatività statistica
- Non c’era invece nessun beneficio, né sull’insorgenza della disabilità né sulla mortalità, per i proprietari di gatti o altri animali domestici.
Quindi, avere un cane come animale da compagnia sembra contribuire a promuovere un invecchiamento sano, riducendo il rischio di sviluppare disabilità. La spiegazione più plausibile è da ricondurre alla regolare attività fisica che i proprietari dei cani fanno quotidianamente e più volte al giorno. Tra l’altro, la tipica passeggiata con il cane è un'attività fisica di moderata intensità, che in modo specifico sembra ridurre la fragilità, favorendo più a lungo una vita attiva ed indipendente.
Evidence that dog ownership protects against the onset of disability
in an older community-dwelling Japanese population,
Yu Taniguchi. et all,
PLOS ONE, febbraio 2022;
doi.org/10.1371/journal.pone.0263791
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