A cura di: Eleonora Morini
Cannabis in gravidanza? Meglio evitare!
Autore: D.J.Corsi et allI ricercatori hanno analizzato 661.617 gravidanze di donne con età maggiore di 15 anni che hanno partorito in Ontario da aprile 2012 a dicembre 2017. Ad ogni donna è stato chiesto se durante la gravidanza avesse o meno fatto uso di cannabis ed è risultato che circa 9.500 ne avevano fatto uso, ovvero l’1,4%.
Il dato più importante da confrontare tra le donne fumatrici di cannabis e le non fumatrici è stato il parto pre-termine (ovvero prima della 37° settimana di gestazione), essendo uno degli indicatori più importanti di salute perinatale ed il maggiore fattore di rischio per morbilità e mortalità infantile. Ebbene, il rischio di partorire prima della 37° settimana raddoppiava nelle donne che avevano usato cannabis, arrivando al 10%.
Inoltre l'esposizione alla cannabis era associata ad un rischio doppio di distacco della placenta ed in generale di possibili danni per i nascituri. Infatti, raddoppiava il rischio per il nascituro di avere un peso e/o una lunghezza alla nascita inferiori a quelli attesi per l’età gestazionale (condizione definita come “piccolo per l’età gestazionale”), di avere ridotte funzioni vitali subito dopo la nascita e di avere, quindi, bisogno di un ricovero in unità intensiva neonatale.
Anche se sono necessari ulteriori studi, questo studio lancia un messaggio abbastanza chiaro: l'uso della cannabis in gravidanza non è sicuro. Poiché l’utilizzo della cannabis potrebbe ulteriormente aumentare nei prossimi anni, anche a seguito della sua legalizzazione in alcuni Paesi, i potenzialidanni sulle donne in gravidanza e soprattutto sui nascituri, potrebbero diventare un nuovo ed importante problema di salute pubblica. Saranno necessarie adeguate politiche per scoraggiarne l’uso.
Association Between Self-reported Prenatal Cannabis Use
and Maternal, Perinatal, and Neonatal Outcomes,
D.J.Corsi et al, JAMA, giugno 2019
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