A cura di: Eleonora Morini
Come combattere l’inattività fisica per contrastare le malattie non trasmissibili
Autore: P. De Souto BarretoL’inattività fisica riguarda circa un terzo della popolazione mondiale. Svolgere attività fisica moderata per circa 150 minuti a settimana si è dimostrata essere in grado di ridurre il rischio di morte, soprattutto per malattie cardiovascolari, diabete e alcuni tipi di tumori. Tale obiettivo non è però un po’ troppo ambizioso per tutte queste persone sedentarie?
Bisogna infatti considerare che chi non fa assolutamente attività fisica soffre maggiormente di depressione e più facilmente ha una percezione distorta delle proprie capacità fisiche e vive con maggiore difficoltà le proprie limitazioni. Questo rende particolarmente difficile l’adesione alle linee guida fornite dall’OMS che vengono vissute come troppo “spinte”.
Si è ri-esaminata la letteratura scientifica ad oggi disponibile per individuare il grado di attività fisica minima che si può suggerire per ottenere benefici sulla salute, proprio nell’ottica di coinvolgere e convincere il maggior numero possibile di individui.
Da una revisione di circa 254 articoli emerge che c’è una relazione di tipo dose-risposta tra attività fisica e mortalità e/o malattie non trasmissibili, ovvero all’aumentare dell’attività fisica si riduce il rischio di ammalare e morire: anche muoversi pochissimo ha il suo pur minimo effetto rispetto a chi è completamente sedentario. Per esempio anche camminare meno di un’ora a settimana è sufficiente per ridurre la mortalità precoce del 15 % circa.
In conclusione l’obiettivo dell‘OMS sembrerebbe essere troppo ambizioso e perseguibile più facilmente solo in chi già fa del movimento; per le persone sedentarie, invece, potrebbe essere più proficuo porsi un obiettivo inferiore, ma comunque efficace, rappresentato dal promuovere anche una minima attività fisica quotidiana secondo facili dettami che suonano così: poca attività fisica è meglio di nessuna, più ne fai e meglio è e, infine, qualunque tipo di attività fisica pratichi è benefica per l’organismo.
has WHO set a smart goal for physical activity?
P. De Souto Barreto
British Medical Jounal, gennaio 2015
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