A cura di: Serena Pezzilli
COVID-19: il quadro iniziale dell’epidemia nella Regione Lombardia
Autore: .Lo studio di Danilo Cereda e collaboratori (https://arxiv.org/abs/2003.09320), commentato su Nature (https://www.nature.com/articles/d41586-020-00154-w) ha raccolto ed analizzato i dati dei primi 5830 individui affetti da COVID-19 in Lombardia, fornendo una valutazione iniziale della rapida evoluzione dell'epidemia. Nello specifico, sono state analizzate le caratteristiche demografiche e cliniche dei pazienti stratificandoli in 3 gruppi in base al periodo di insorgenza della sintomatologia:
- antecedenti al 19 febbraio (prima del caso 1 di Cotogno);
- tra il 20 e il 25 febbraio (prima dell’arresto dei test nei pazienti asintomatici);
- dopo il 26 febbraio.
I risultati dell’analisi hanno evidenziato un progressivo aumento dei casi nell’arco di pochi giorni. Circa la metà di questi pazienti aveva un’età superiore ai 65 anni (il 34% >75 anni), e la maggior parte (il 62%) erano di sesso maschile. Del totale, la metà è stata ospedalizzata, di cui il 18% ricoverato in terapia intensiva. Complessivamente nella regione si sono verificati 346 decessi con un tasso di mortalità maggiore nelle fasce di età più elevate (14% >75 anni).
Nei 3 gruppi analizzati è stata osservata una ridistribuzione geografica nelle Province della Lombardia, con quella di Lodi più colpita all’inizio dell’epidemia (periodo 1) e quelle di Bergamo, Brescia e Cremona con un numero di casi più elevati dopo il 26 febbraio (periodo 3), rispettivamente Il 25%, il 21% e il 17% dei pazienti positivi totali nella Regione. Per quanto riguarda i dati sulla trasmissione dell’infezione è stata individuata una fase iniziale di 1-2 settimane di crescita esponenziale, nella quale il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto (valore R0) oscillava tra i 2.3-3.1. Sebbene sia variato leggermente nel tempo, questo numero è rimasto piuttosto omogeneo in tutte le aree geografiche, con un lieve decremento intorno al 20 febbraio, decremento che, tuttavia, non è sceso al di sotto della soglia epidemiologica (R0<1). Insieme al valore R0, è stato stimato l’intervallo seriale medio, cioè il periodo medio trascorso tra l’insorgenza dei sintomi nell'individuo che contagia e l'insorgenza dei sintomi nell'individuo che è stato contagiato, che in questo caso è pari a 6,6 giorni. Infine, come ultima analisi, gli studiosi hanno verificato in un sottogruppo di pazienti positivi, la carica virale presente in quelli sintomatici e asintomatici. I risultati ottenuti, tuttavia, non hanno evidenziato alcuna differenza tra i due sottogruppi, suggerendo lo stesso potenziale di trasmissione del virus.
Sebbene con alcune limitazioni, lo studio chiarisce alcune caratteristiche epidemiologiche del focolaio di COVID-19 nella Regione Lombardia nelle prime due settimane dal caso 1 di Cotogno. Comprendere le caratteristiche di questi pazienti ed identificare le dinamiche di trasmissione dell’infezione rappresenta un importante elemento per le regioni italiane e per tutti quei Paesi colpiti, che stanno affrontando o affronteranno un aumento della diffusione della malattia.
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