A cura di: Eleonora Morini
Dimmi come mangi e…sapro' come ti comporterai!
Autore: Strang S,Gli 87 volontari, studenti dell’Università di Lubeck, dovevano compilare entro il pranzo del giorno successivo, un questionario in cui riportare la quantità e qualità di cibo mangiata a colazione il giorno in cui hanno partecipato al gioco denominato “ultimate game”. Il gioco consisteva in una partita a due, dove il primo giocatore disponendo di alcuni euro da dividere, ne offriva una quantità minima al secondo giocatore. Se questo accettava, i soldi erano divisi secondo l’accordo, se respingeva l’offerta, nessuno dei due avrebbe ricevuto danaro. Il gioco era in grado di analizzare il grado di avversione sociale, documentata dalla disponibilità di perdere del tutto il danaro, pur di non accettare una divisione iniqua dello stesso.
È emerso che chi ha aveva fatto una colazione ricca di proteine e più povera di carboidrati era maggiormente predisposto ad accettare l’offerta economica, un segno di maggiore socialità.
Il dato è stato confermato su altri 24 volontari, che hanno partecipato all’ ”ultimate game”, dopo aver assunto una colazione predeterminata dai ricercatori a diversi contenuto proteico.
Nei volontari che avevano assunto un maggiore contenuto proteico, sono stati documentati maggiori livelli nel sangue di tirosina e del neurotrasmettitore ad essa collegato, la dopamina. I ricercatori hanno ipotizzano che proprio le maggiori concentrazioni di dopamina, già nota per modulare alcuni aspetti comportamentali, siano responsabili della maggiore predisposizione alla socialità riportata dopo colazione proteica.
Questo studio, dimostra per la prima volta come la composizione dei macronutrienti di un pasto, in questo caso la colazione, possa influenzare le nostre interazioni sociali. Si aprono quindi nuovi scenari legati alla presenza dei macronutrienti nella dieta che, indipendentemente dagli effetti sulla salute generale, potrebbero stare alla base di comportamenti antisociali in corso di denutrizione oppure essere utilizzati per modulare i rapporti interpersonali, specialmente in contesti come scuole e caserme dove l’alimentazione è distribuita alla fonte ed è quindi facilmente controllabile.
Impact of nutrition on social decision making, Strang S,
“PNAS”, giugno 2017
Torna alla lista
Le immagini a corredo degli articoli riprodotti su fivehundredwords.it provengono da ricerche effettuate su Google Image