A cura di: Eleonora Morini
Dimmi con che mezzo via a lavorare e ti diro' quanto e' a rischio la tua salute!
Autore: Cepeda MGli autori hanno effettuato una ricerca, in diversi database pubblici, di tutti i lavori pubblicati fino ad aprile 2016 in cui veniva analizzata l'esposizione all'inquinamento atmosferico secondo sei diverse modalità di trasporto, ovvero tramite bicicletta, autobus, automobile, motoveicoli (scoter, moto), mezzi di trasporto di massa (treno, metropolitana) o a piedi.
Sono stati analizzati 39 studi, più della metà riguardavano paesi europei, ed è emerso che:
- i pendolari che usano l’automobile sono in generale i più esposti a tutti i tipi d’inquinanti atmosferici, mentre i meno esposti sono quelli che viaggiano con i mezzi di trasporto di massa
- i pendolari attivi, cioè quelli che si muovono a piedi o con la bicicletta, rispetto ai pendolari che usano qualsiasi mezzo di trasporto motorizzato, inalano le maggiori quantità d’inquinanti sia per l’aumento degli scambi respiratori, dovuti al maggior sforzo fisico, sia per il maggior tempo di percorrenza. Nonostante ciò, l’aspettativa di vita dei pendolari che usano i mezzi di trasporto motorizzati si riduce di un anno rispetto ai pendolari attivi. Gli autori ipotizzano che il beneficio dell’attività fisica aerobica, sull’aspettativa di vita sia maggiore rispetto ai rischi per la salute dovuti alle maggiori inalazioni di inquinanti atmosferici.
Ridurre l’inquinamento ambientale è un obiettivo fattibile, ma che richiede un importante e coraggioso impegno. Come suggerisce questo lavoro, un notevole vantaggio si potrebbe ottenere “semplicemente” favorendo il trasporto pubblico, scoraggiando l’uso di mezzi propri e soprattutto creando aree pedonali o piste ciclabili per favorire il trasporto attivo in zone però meno esposte allo smog. Così facendo si otterrebbero grossi vantaggi anche sul rischio di malattie non trasmissibili, come obesità, diabete e malattie cardiovascolari!
Levels of ambient air pollution according
to mode of transport: a systemic review, Cepeda M,
“The Lancet”, gennaio 2017
Torna alla lista
Le immagini a corredo degli articoli riprodotti su fivehundredwords.it provengono da ricerche effettuate su Google Image