A cura di: Vincenzo Trischitta
Disoccupazione e suicidi
Autore: Carlos Nordt et al.Lo studio è stato eseguito utilizzando i database dell’organizzazione mondiale della sanità e del fondo monetario internazionale nel periodo 2000-2011. Sono stati analizzati dati, reputati sufficientemente completi, di ben 63 Paesi, compresi in quattro regioni del mondo: continente americano, Europa del nord e dell’ovest, Europa del sud, Paesi non americani e non europei.
I risultati indicano che il rischio di suicidio aumenta nei 6 mesi che precedono il reale aumento della disoccupazione e che tale aumento è maggiore nei Paesi con il più basso tasso di disoccupazione, forse perché meno abituati a convivere con questo tipo di preoccupazione. Durante l’intero periodo di studio, si sono osservati 233.000 suicidi l’anno, 45.000 dei quali ascrivibili al fenomeno della disoccupazione. Complessivamente, il rischio di suicidio associato a disoccupazione è aumentato del 20-30%, indipendentemente dalla crisi economica del 2008, alla quale, comunque, è ascrivibile un aumento complessivo di circa 5.000 suicidi nel triennio 2007-2009. I dati complessivi sono simili nelle quattro regioni del mondo prese in esame, così come in maschi e femmine e in vari strati di età. Gli autori concludono che come parte di una strategia di prevenzione del suicidio, sono necessari interventi dei vari governi ma anche specifici trattamenti medici individuali per ridurre l’insicurezza relativa al posto di lavoro.
Modelling suicide and unemployment: a longitudinal analysis covering 63 countries, 2000–11.
Carlos Nordt et al.
The Lancet Psichiatry, febbraio 2015.
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