A cura di: Eleonora Morini
Gli oppioidi sono le droghe che causano maggiore dipendenza e disabilità
Autore: Degenhardt L “The Lancet” novembre 2013Grazie a questo studio, comprendente informazioni provenienti da circa 200 nazioni, emergono i seguenti dati sulle disabilità e malattie da dipendenza da droghe:
- Riguardano più gli uomini che le donne, soprattutto nella fascia d’età 20-29 anni.
- Sono l’ottava causa di disabilità nel sesso maschile.
- Il loro impatto, espresso come percentuale di soggetti affetti da disturbi attribuibili all’abuso di droghe è aumentato del 20% dal 1990 al 2010.
- Hanno una diversa distribuzione che è maggiore nelle nazioni più ricche e massima negli USA, Inghilterra, Russia ed Australia.
- La forma di dipendenza più diffusa nel mondo è quella da oppioidi, seguita da quella da anfetamine.
- All’abuso di oppioidi è da attribuire il 50% di tutte le morti e disabilità legate alle sostanze illecite. Ciò in parte va ricondotto alla maggiore prevalenza, in parte invece, è da ascrivere alle importanti conseguenze che ha sulla salute: aumento del rischio di suicidi, infezioni da HIV, epatite B e C.
- Nonostante la cannabis sia la droga più utilizzata nel mondo, è più difficile che dia dipendenza; questo insieme ai minori effetti che ha sulla salute (è associata solo ad un aumentato rischio di schizofrenia), spiega perché sia una fonte minore di disabilità e malattia.
Emerge, quindi, che è necessario un importante impegno su scala mondiale, per attuare strategie volte la contrastare la dipendenza soprattutto da oppioidi iniettabili, tramite interventi mirati a ridurre il numero d’iniezioni e la loro pericolosità. Vanno cioè potenziate le strutture sanitarie per la disintossicazione e la somministrazione di farmaci per trattare la dipendenza da oppioidi (poco utili, infatti, appaiono i metodi coercitivi ed il carcere), ma anche organizzati programmi e luoghi dove fornite siringhe ed aghi sterili, educare i tossicodipendenti ad iniettarsi la droga in modo sicuro e supervisionarne l’iniezione.
findings from the Global Burden of disease Study 2010,
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