A cura di: Eleonora Morini
I danni dell’alcol
Autore: Smyth AGli autori hanno seguito per più di 4 anni circa 115.000 persone residenti in 12 diverse nazioni (Svezia, Canada, Argentina, Brasile, Cile, Polonia, Sud Africa, Turchia, Cina, Colombia, India e Zimbabwe), rappresentative di quelle ad alto, medio e basso reddito. Dall’analisi statistica dei dati raccolti è emerso che:
- L’abuso di alcol nei paesi ad alto reddito riguarda persone con età media maggiore rispetto ai paesi a reddito medio-basso, dove il fenomeno è diffuso tra i giovanissimi.
- L’abuso di alcolici aumenta il rischio del 30% di mortalità generale, del 50% di alcuni tumori (bocca, esofago, stomaco, colon-retto, fegato, seno, ovaio, testa e collo) e del 30% di incidenti (stradali, domestici, etc.). Quando i dati sono analizzati separatamente nei paesi ad alto e basso reddito, emerge che i rischi sopraesposti sono da ricondurre quasi interamente a ciò che avviene nei paesi a basso reddito.
- Chi abusa di distillati o liquori ha un rischio maggiore di ictus, cancro, lesioni, ricoveri in ospedale rispetto a chi abusa di vino o birra.
- Un moderato uso di alcolici, pari a 7-14 drink/settimana per le donne, 7-21/settimana per gli uomini, riduce il rischio di infarto del miocardio del 25%, beneficio che si perde per un numero maggiore di drink (ogni drink equivale a circa 130 ml di vino o 300 ml di birra). Nei paesi ad alto reddito la riduzione del rischio di infarto arriva al 50%, mentre in quelli a minor reddito è solo del 3%. Questa differenza potrebbe dipendere dal tipo di alcolici usati e dalla modalità di consumo: vino bevuto in piccole quantità, ma costantemente, nei paesi ad alto reddito, distillati e liquori bevuti in modo eccessivo in poche circostanze, in quelli a reddito minore.
Questo studio fornisce prove sufficienti per spingere i governi, soprattutto dei paesi più poveri, ad attuare, con elevata priorità, tutte le politiche sociali atte a ridurre la diffusione dell’uso/abuso di alcolici.
Alcohol consumption and cardiovascular disease,
cancer, injury, admission to hospital, and mortality:
a prospective cohort study, Smyth A,
“The Lancet”, settembre 2015
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