A cura di: Eleonora Morini
Inquinamento atmosferico ed eventi coronarici acuti
Autore: , Cesaroni G “BMJ”, gennaio 2014Nello studio ESCAPE (European Study of Cohorts for Air Pollution Effects) circa 100.000 persone senza storia di patologia cardiovascolare, residenti in Finlandia, Svezia, Danimarca, Germania ed Italia, sono state seguite per circa 11 anni, a partire dal 1997. Le concentrazioni degli inquinanti atmosferici sono state misurate nelle loro abitazioni periodicamente e con appositi modelli matematici sono state ricavate le concentrazioni medie annuali a cui ognuno di loro era stato esposto. E’ emerso che per ogni aumento di 10 µg/m3 sulla media annuale di esposizione a particolato atmosferico con diametro 10) vi è un aumento del rischio di eventi coronarici acuti del 12% e per ogni aumento di 5 µg/m3 del particolato con diametro 2,5) vi è un aumento del 13%. Ma il dato più allarmante è che l'aumento di rischio è presente anche per concentrazioni al di sotto dei limiti attualmente consentiti dalla legislazione europea che sono rispettivamente di 40 µg/m3 per il PM10 e di 25 µg/m3 per il PM2.5, mentre non è presente per esposizione a PM10 3 e di PM2.53. Questi dati hanno importanti ripercussioni sia perché documentano un ulteriore danno dello smog per la nostra salute sia perché dovrebbero servire a molti Paesi, tra cui quelli europei, per prendere in considerazione la necessità di rivedere i limiti di particolato atmosferico, riducendone i valori, come del resto già suggerito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Long term exposure to ambient air pollution and incident of acute coronary events: prospective cohort study and meta-analysis in 11 European cohorts from the ESCAPE project, Cesaroni G “BMJ”, gennaio 2014
Torna alla lista
Le immagini a corredo degli articoli riprodotti su fivehundredwords.it provengono da ricerche effettuate su Google Image