A cura di: Eleonora Morini
Ipertensione arteriosa: un problema per circa un miliardo di persone
Autore: The LancetUn network di ricercatori di tutto il mondo, facenti parte della “Non-Communicable Disease Risk Factor Collaboration”, ha analizzato i dati di 1479 studi, condotti dal 1975 al 2015 in tutti i continenti, in cui era stata misurata la pressione arteriosa in soggetti maggiorenni, per un totale di circa 19 milioni di individui. Dall’analisi complessiva dei dati è emerso che:
I livelli medi di pressione arteriosa sono scesi nei paesi occidentali ad alto reddito, che nel 1975 avevano i livelli in assoluto più alti, mentre sono saliti nei paesi a medio e basso reddito, soprattutto nel sud-est asiatico, in Oceania, nell’Europa Occidentale e nell’Africa sub-sahariana;
Complessivamente, il numero di persone affette da ipertensione arteriosa (pressione costantemente ≥140/90 mm Hg) è aumentato del 90%, passando da circa 500 milioni nel 1975 a più di 1 miliardo nel 2015. Anche in questo caso, l’aumento ha riguardato quasi esclusivamente i paesi a basso e medio reddito, soprattutto l’Europa Occidentale e l’Africa sub-sahariana.
Per cercare di raggiungere gli obiettivi prefissati nella Word Health assembly, sono necessari altri studi che cerchino di chiarire i dati emersi da questo studio epidemiologico e le ragioni che le sottendono. Gli autori, nel frattempo, suggeriscono alcune ipotesi. Per esempio, l’aumento del numero assoluto dei soggetti ipertesi potrebbe essere dovuto sia all’incremento della popolazione generale sia al suo invecchiamento; la diversa distribuzione nei paesi a diverso reddito invece potrebbe indicare una profonda differenza nella capacità di applicare una corretta politica sanitaria con miglioramento dello stile di vita (soprattutto dell’alimentazione in età infantile, con più consumo di frutta e verdura) e maggiore disponibilità dei farmaci, elementi positivi entrambi osservabili solo nei paesi ad alto reddito.
Worldwide trends in blood pressure from 1975 to 2015:
a pooled analysis of 1479 population-based measurement
studies with 19.1 million participants,
NCD Risk Factor Collaboration, “The Lancet”, gennaio 2017
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