A cura di: Eleonora Morini
La diagnosi di tumore si associa ad un aumentato rischio di suicidio
Autore: Henson KE et alI ricercatori hanno esaminato i dati relativi a oltre 4,7 milioni di pazienti britannici, estrapolandoli dal “National Cancer Registration and Analysis Service in England”. La diagnosi di tumore è stata fatta tra il 1995 e il 2015, l’età dei partecipanti era compresa tra i 18 ed i 99 anni. I pazienti sono stati seguiti fino ad agosto 2017 ed è emerso che:
- Le morti per suicidio sono state circa 2.500, ovvero circa un suicidio ogni 100 pazienti.
- Il rischio di suicidio nei pazienti oncologici è maggiore del 20% rispetto a quello della popolazione generale. Rischio che, sempre rispetto alla popolazione generale, aumenta notevolmente per alcuni specifici tipi di tumore: il doppio per pazienti con diagnosi di tumore dell'esofago, dello stomaco, dei polmoni e del pancreas e, addirittura, quadruplicato nel caso di mesotelioma.
- Il periodo più critico è il primo semestre successivo alla diagnosi, ma il rischio rimane comunque elevato fino a 3 anni dalla diagnosi.
Sebbene il suicidio sia difficile da prevedere ed in assoluto rappresenti solo una piccola parte delle cause di morte nei pazienti oncologici, i risultati ottenuti possono essere considerati come indicatori di un bisogno insoddisfatto, quello del supporto psicologico. L’importanza di questi dati sta proprio nel descrivere, per la prima volta, la necessità di migliorare il sostegno psicologico, curando i fattori di rischio modificabili per il suicidio, come il dolore, l’ansia, etc. Lo studio, inoltre individua il periodo nel quale l’intervento è maggiormente necessario ed i pazienti su cui porre la maggiore attenzione, ovvero quelli con diagnosi di tumori particolarmente aggressivi.
Risk of suicide after cancer diagnosis in England, Henson KE et al,
“JAMA psychiatry”, novembre 2018
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