A cura di: Eleonora Morini
Le emozioni condivise nei social networks sono contagiose
Autore: Kramer ADI et al.I ricercatori, tra cui alcuni che lavorano per Facebook, hanno modificato per una settimana, dall’11 al 18 gennaio 2012, l’algoritmo che seleziona e mostra i post nella bacheca di circa 700.000 utenti. Queste persone sono state divise in due gruppi, ad uno venivano mostrati solo post in cui erano presenti parole classificate ad accezione positiva, all’altro solo quelli con parole ad accezione negativa. Nessun messaggio quindi è stato nascosto, ma sono stati mostrati con priorità diversa. Successivamente, sono stati analizzati i post che questi utenti hanno condiviso con i loro amici, individuando la presenza di parole, precedentemente identificate come positive o negative, per un totale di circa 3 milioni di post e 122 milioni di parole. E’ emerso che nel gruppo in cui erano state artificialmente ridotte le espressioni positive, gli utenti hanno condiviso per lo più messaggi contenenti parole suggestive di stato emotivo negativo, viceversa è accaduto tra gli utenti che avevano ricevuto soprattutto post negativi.
Questi dati suggeriscono che non è strettamente necessaria l’interazione fisica con una persona per condizionare il nostro stato emotivo, ma è sufficiente la semplice condivisione di un messaggio. Gli stati emotivi si possono quindi trasmettere ed influenzare anche a distanza, inducendo altre persone a provare le stesse emozioni senza che ne siano coscienti. Questo potrebbe creare le basi per un contagio di massa che può avvenire tramite i social network, come ad esempio Facebook.
E’ facile intuire come siano importanti le ripercussioni di questo studio: se, infatti, la modifica, per una sola settimana, dell’algoritmo che elabora i contenuti da mostrare nel flusso di notizie è in grado di alterare le emozioni, figuriamoci come possiamo essere condizionati nelle nostre scelte quando tali algoritmi vengono usati con scopi pubblicitari e di marketing.
Experimental evidence of massive-scale emotional contagion through social networks
Kramer ADI et al.
“PNAS”, giugno 2014
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