A cura di: Serena Pezzilli
L’elisir di lunga vita e' nel nostro DNA?
Autore: Khan SS. et alUn recente studio, pubblicato dalla Northwestern University di Chicago ha identificato in una popolazione Amish (antica comunità religiosa appartenente alla famiglie delle chiese libere che ancora oggi vive gelosa delle proprie origini e tradizioni), residente in un’area isolata dell’Indiana negli Stati Uniti, una rara mutazione del gene SERPINA1 che codifica per il PAI-1, Inibitore-1 dell'attivatore del plasminogeno. La mutazione è una “loss-of-function” (in grado cioè di indurre una perdita di funzione del PAI-1) Questa proteina oltre ad essere implicata nei processi di coagulazione, correla anche all’invecchiamento cellulare e alla ridotta capacità dell’insulina di esercitare il suo effetto sui tessuti bersaglio (insulino-resistenza).
I risultati ottenuti hanno chiaramente dimostrato come la presenza della mutazione nel gene SERPINA1, sia associata ad un profilo metabolico migliore, ad una prevalenza minore del diabete di tipo 2, ad un aumento di 10 anni della durata della vita media ma anche ad un aumento del 10% nella lunghezza dei telomeri dei globuli bianchi.
Poichè i telomeri sono regioni terminali del DNA che lo proteggono dai danni fisici e che si accorciano con il tempo, rappresentando così un importante parametro d’invecchiamento biologico, questi dati sembrano indicare che la proteina PAI-1, influendo sul processo di senescenza cellulare, sia in grado di modulare l'invecchiamento biologico. In linea teorica, ciò rende possibile immaginare che modulando le concentrazioni ematiche di PAI-1 si possa interferire con i processi d’invecchiamento.
La scienza sta facendo passi da gigante lungo la strada della longevità. E’ verosimile che alcune risposte le troveremo nel nostro genoma.
A null mutation in SERPINE1 protects against biological aging in humans
Khan SS. et al, Science Advance Novembre 2017
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