A cura di: Eleonora Morini
Un po’ di chiarezza sulle sigarette elettroniche
Autore: Grana AR et al.Gli interessi economici che ci sono dietro le sigarette elettroniche stanno mimando quello che successe negli anni ‘50-’60 per le “bionde”, impostando campagne di marketing che ne incoraggiano l’utilizzo, promuovendone l’innocuità. In realtà le evidenze scientifiche sono ad oggi carenti e non conclusive. Ciò, insieme all’assenza di un chiaro quadro regolatorio, desta preoccupazione da parte di enti governativi e organizzazioni sanitarie.
Ad oggi sappiamo che:
- nell’aerosol prodotto, sebbene a bassi livelli, ci sono molte tossine e mancano studi a lungo termine sul loro potenziale effetto, soprattutto per quanto attiene al glicole propilenico ed al glicerolo;
- alcuni lavori scientifici dimostrano la pericolosità per l’apparato respiratorio di queste sostanze in esposizioni per brevi periodi;
- mancano dati scientifici in grado di stabilire se il “fumo passivo elettronico” sia nocivo per la salute dei non fumatori;
- nel 2014, l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione di prodotti alimentari e farmaceutici (Food and Drug Administration), non ha riconosciuto le e-cigarette come presidi per il trattamento della dipendenza da nicotina. Ciò, insieme ai dati presenti in letteratura, impedisce di considerare la sigaretta elettronica come un presidio per la disassuefazione dal fumo di tabacco.
Un ultimo, ma non meno importante, risvolto per la salute pubblica è il ruolo che le e-cigarettes stanno assumendo nell’iniziazione al fumo di tabacco di molti adolescenti, sia per la presenza di nicotina, contenuta nella maggior parte dei modelli, sia per l'instaurarsi ed il perpetuarsi di una dipendenza gestuale o comportamentale.
Urge quindi l’impegno della comunità scientifiche per fare definitiva chiarezza su questi presidi, e permetterne così una regolamentazione adeguata.
Electronic cigarettes
Grana AR et al.
“Circulation”, maggio 2014
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