Pubblicato il 24/06/19

Eutanasia – Un po' di chiarezza

Eutanasia, suicidio assistito, suicidio tout court, sono temi enormi che una società evoluta dovrebbe affrontare con capacità di ascolto di chi soffre e con l’aiuto di esperti delle varie discipline inevitabilmente coinvolte (medici, psicologici, bioeticisti, giuristi, etc.). Con questa nota, approfittando di un caso di cronaca inizialmente mal riportato dalla stampa, diamo il nostro modesto contributo al dibattito, cercando di fare un po’ chiarezza. (vt)
Il caso della diciassettenne olandese Noa Pothoven che si è lasciata morire in casa, assistita da familiari, ha avuto molta eco sui media italiani (un po’ meno all’estero, Olanda compresa). Il suicidio di un’adolescente, per quanto tragico, normalmente non scomoda il Papa, né riempie di articoli le pagine dei giornali e dei siti web. Ma in questo caso si è diffusa la fake news di una procedura di eutanasia legale, ammessa in Olanda dopo una valutazione medica che analizza lo stato mentale, la patologia e le prospettive del/la paziente. L’eutanasia può essere richiesta dai 12 anni di età, ma fino a 16 è necessario il consenso dei genitori o del tutore legale. Pothoven ha richiesto l’accesso a tale procedura, ma le è stato negato, proprio in base alla legge. Il caso mediatico ci dà l’occasione di riflettere sull’eutanasia e sui ragionamenti bioetici che sorreggono (o dovrebbero) le legislazioni esistenti.

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Autore/i

  • Mauro Capocci
    Mauro Capocci è laureato in filosofia, dottore di ricerca in Storia della scienza e ricercatore e docente nell'Unità di Storia della Medicina e Bioetica dell’Università “Sapienza” di Roma. Si occupa prevalentemente di storia della biomedicina contemporanea e del rapporto fra scienza e società.
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