A cura di: Eleonora Morini
UNA BREVE ATTIVITA' FISICA INTENSA, RIDUCE IL RISCHIO DI MORTE DEI PAZIENTI CON ALZHEIMER
Autore: Rubén López-Bueno et all,La malattia di Alzheimer è una patologia neuro-degenerativa cronica e progressiva, ovvero caratterizzata da un processo degenerativo del sistema nervoso centrale che col passare del tempo danneggia gradualmente le cellule del cervello, causando un deterioramento delle funzioni cognitive (memoria, ragionamento, linguaggio, etc.), fino a compromettere l’autonomia del paziente e la capacità di compiere le normali attività giornaliere. È la causa più comune di demenza nella popolazione anziana dei Paesi sviluppati (ne è colpito il 5% degli ultra-65enni ed il 20% degli ultra-85enni) e si stima che nel 2050 il numero assoluto di pazienti che ne saranno affetti possa raddoppiare. Inoltre la mortalità dovuta alla malattia di Alzheimer è aumentata dal 150% negli ultimi 20 anni, diventando una delle principali cause di mortalità negli US. Diversi studi, di uno abbiamo parlato anche noi documentano che agendo sui fattori modificabili (fumo, obesità, utilizzo di alcool, attività fisica etc.) si può prevenire la patologia, anche nel 40% dei casi, e presumibilmente (ancora non ci sono dati al riguardo) è possibile anche condizionarne il decorso, riducendone la mortalità. Gli autori del lavoro che qui presentiamo, sono in primi ad aver indagato l’associazione tra la quantità di attività fisica, uno dei più importanti fattori ambientali modificabili, con la mortalità correlata alla malattia di Alzheimer negli Stati Uniti.
Sono stati analizzati i dati di circa 92.000 partecipanti al National Health Interview Survey, il maggior programma di controllo e prevenzione delle malattie degli US. Sono stati inclusi gli ultra-68enni per cui erano disponibili i dati relativi ai fattori modificabili, tra cui l’attività fisica, valutata con appositi questionari.
Nel periodo di follow up, terminato nel 2019, ci sono stati 2176 decessi (2,4% dei casi totali) dovuti al morbo di Alzheimer. L’ attività fisica moderata (AFM, effettuata per almeno 10 minuti consecutivi al giorno, associata a lieve sudorazione ed aumento moderato della respirazione o della frequenza cardiaca) non è risultata associata alla riduzione della mortalità, mentre l’attività fisica vigorosa (AFV, effettuata per almeno 10 minuti consecutivi al giorno, associata a forte sudorazione con importante aumento della frequenza respiratoria e cardiaca) ha ridotto del 10% e del 21% la mortalità, se effettuata per 40 e 140 minuti/settimana. Questo significa, in termini pratici, evitare rispettivamente 12.238 e 37.710 decessi/anno negli US.
Per la prima volta viene documentato che una breve seduta di attività fisica intensa potrebbe ridurre i decessi legati alla malattia di Alzheimer. Questi risultati, se confermati, potrebbero fornire ai clinici nuovi strumenti per gestire meglio il decorso della patologia e ridurne l’elevato tasso di mortalità.
Moderate and vigorous leisure time physical activity in older
adults and Alzheimer’s disease-related mortality in the USA:
a dose–response, population-based study,
Rubén López-Bueno et all,
Lancet Healthy Longev, dicembre 2023;
DOI: 10.1016/S2666-7568(23)00212-X
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