La diagnostica prenatale non invasiva. Un tipico esempio di quanto, sugli aspetti biomedici, sia indispensabile il dialogo tra le diverse parte interessate.
A mano a mano che nuovi test diagnostici sono resi disponibili,…nuovi problemi si pongono. Non solo da un punto di vista clinico (e questo sarebbe ovvio) ma anche sul versante preclinico/organizzativo (chi deve avere accesso all’esecuzione dello specifico test, soprattutto quando garantito con soldi pubblici?) e sul versante etico (comunicare o no eventuali risultati concernenti patologie diverse da quelle per cui si è effettuato l’esame?). E tutto ciò perché l’iter diagnostico e il conseguente approccio terapeutico siano adeguatamente aggiornati alle più recenti conoscenze, ma anche ragionevolmente normate nell’interesse generale e non lasciate all’arbitrio di interpretazioni ed interessi personali o di specifici gruppi. La nota di oggi ci riporta a proposito di una nuova tecnica di diagnostica prenatale che s’interessa delle aneuploidie (anomalie del numero dei cromosomi, causa di aborti spontanei o d’importanti malattie genetiche). (vt)
Autore/i
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Maurizio Margaglione
Maurizio Margaglione, medico ricercatore, insegna Genetica Medica presso l’Università degli Studi di Foggia. Autore di numerosi articoli su riviste internazionali, dirige il Servizio di Genetica Medica dell’AOU “Ospedali Riuniti” di Foggia.
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