Ancora una volta, l’Italia non e' stata in grado di recepire correttamente la Direttiva europea sulla sperimentazione animale

In Italia, la Direttiva 2010/63/EU per la tutela degli animali usati a fini scientifici è stata recepita con una legge (decreto legislativo 26/2014) che ha introdotto misure più stringenti, ma che non trovano giustificazione scientifica e vanno a danno non solo della ricerca, e quindi in ultima analisi, dei molti pazienti ancora in attesa di cura, ma anche in parte degli animali stessi.

La legge ha infatti introdotto il divieto di allevare sul territorio cani, gatti e primati destinati a fini scientifici. Queste specie sono però fondamentali in molti ambiti biomedici, compresi i test previsti per legge sui farmaci: diretta conseguenza del divieto è la necessità di importare gli animali dall’estero, quando necessari. Ciò implica causare loro lo stress del trasporto ma anche e soprattutto avere una minor garanzia di controllo degli standard sugli allevamenti d’origine, soprattutto se extra-EU.

I divieti aggiuntivi hanno portato la Commissione europea ad avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, tuttora aperta.

Con il DL Salva Infrazioni 2024, attualmente in fase di conversione in legge, Luciano Ciocchetti (FdI), ha presentato un emendamento per rispondere a tutte le obiezioni mosse dalla Commissione Europea all’Italia e risolvere i divieti che hanno determinato l’apertura della procedura d’infrazione.

Tuttavia, alla vigilia della votazione, la Lega Antivivisezione (LAV) ha pubblicato un comunicato affermando che l’emendamento avrebbe aperto «la strada a nuovi allevamenti-lager di cuccioli». È seguita una massiccia e coordinata azione sui social media: numerosissimi utenti hanno commentato i post dell’On. Ciocchetti sulle diverse piattaforme ribadendo l’accusa di voler riaprire “canili lager”.

L’opposizione della LAV su un tema come quello dell’abolizione del divieto degli allevamenti dei cani per fini scientifici era quantomeno prevedibile. Meno dovrebbe esserlo la pubblicazione, su testate nazionali quali Il fatto quotidiano e Repubblica, di articoli a sostegno della loro tesi ma completamente privi di contradditorio: unici riferimenti, la posizione di portavoce LAV e di personaggi dello spettacolo; assenti (in)giustificati invece esponenti del mondo scientifico che spiegassero le motivazioni della necessità di allevamenti sul territorio nazionale, a tutela sia della ricerca sia degli animali stessi.

Ci chiediamo come mai, su argomenti di così elevata rilevanza scientifica, testate di diffusione nazionale non sentano la necessità di consultare anche la comunità scientifica, che avrebbe potuto replicare alle inesattezze riportate, spiegando come quanto proposto non incentivasse “canili lager” ma anzi desse l’opportunità di un maggior controllo sulle condizioni di vita degli animali.

Risultato di queste contestazioni mediatiche e social è stato il ritiro dell’emendamento da parte dell’On. Ciocchetti. L’Italia non è stata di nuovo in grado di recepire correttamente la Direttiva europea e ancora una volta per motivazioni né scientifiche né etiche, dal momento che diminuiscono le garanzie per gli animali. In questo contesto di totale disinteresse nei confronti dei temi scientifici e delle difficoltà dei nostri ricercatori, ci meraviglieremo ancora del triste fenomeno noto come “fuga dei cervelli”?

Autore: Giuliano Grignaschi

Giuliano Grignaschi ha ottenuto la Laurea in Analisi Chimico Biologiche presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” nel 2007. Dal 1989 al 2005 ha svolto l’attività di ricercatore nel dipartimento di Neuroscienze, Laboratorio di Neurobiologia Molecolare, dell’IRCCS-Istituto Mario Negri. Dal 2005 è stato nominato responsabile dell’Animal Care Unit dell’IRCCS-Istituto Mario Negri con il compito di assicurare il rispetto delle normative (Italiane ed Europee) vigenti in merito alla protezione degli animali utilizzati nella ricerca biomedica. Dal 2019 ha assunto il ruolo di Responsabile del Benessere Animale degli stabulari dell’Università degli Studi di Milano dove è anche Responsabile Qualità nell’ambito della Certificazione UNI EN ISO 9001:2015 ottenuta per il processo di gestione delle aree si sperimentazione pre-clinica. E’ Vice-Presidente di Animal Reserach Tomorrow (ex Basel Declaration Society), Segretario Generale di Research4Life e membro del consiglio direttivo della European Animal Research Association.

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