Conosciamo meglio l’autismo

Molti sono i luoghi comuni che circondano i disturbi dello spettro autistico. Ne sono vittime famiglie, scuola, medici (anche i medici), istituzioni sanitarie, mezzi di informazione. Eccone un piccolo campionario.
L’autismo è determinato dallo scarso affetto dei genitori. L’autismo è causato dall’accumulo di metalli pesanti, come il mercurio. Il bambino autistico si può curare con un intervento psicoanalitico. L’autismo passa con la crescita. Nessuna terapia è veramente utile, non c’è nulla da fare. Un bambino autistico è, in realtà, un genio. Se il bambino parla, non può essere autistico.

Un volume uscito da poco presso Il Mulino (Stefano Vicari, Giovanni Valeri e Leonardo Fava, “L’autismo. Dalla diagnosi al trattamento”) smonta questo castello di pregiudizi e dà conto scientificamente del trattamento di bambini autistici condotto in un centro organizzato a Roma da un’associazione di volontariato in collaborazione, per quanto riguarda la diagnosi, con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (www.unabreccianelmuro.it). Un’esperienza, questa di Roma, che sta per essere “esportata” a Salerno e in altre città.
In Italia la sindrome autistica è una realtà assai diffusa ma nello stesso tempo misconosciuta. Ne è colpito un nato ogni 150, il che fa stimare che nel nostro paese siano 350 mila le persone colpite da questo tipo di disturbi. Difficoltà di comunicazione, interazioni sociali compromesse, comportamenti stereotipati, talvolta forte aggressività verso se stessi e gli altri: questi alcuni dei sintomi, individuabili a partire dai due anni di vita e riscontrabili secondo una scala di gravità assai ampia. Si va da casi molto lievi a situazioni di grave compromissione.
Alla diffusione di tale realtà fa riscontro o l’assenza o la superficialità dell’intervento pubblico. Impressionanti sono i dati epidemiologici, secondo alcuni addirittura sottostimati: questa patologia supera in età pediatrica i tumori, il diabete e l’Aids messi insieme. Ciononostante la sanità pubblica non vi si accosta valorizzando le metodologie dotate di evidenza scientifica, anzi talvolta vengono privilegiate (e finanziate) terapie bizzarre e prive di seri riscontri.
La stessa emanazione (giusto un anno fa) da parte dell’Istituto Superiore di Sanità delle “Linee guida sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti” è stata accolta da critiche e riserve che mettevano in discussione il criterio dell’evidenza di efficacia, sol perché non venivano assunte proposte terapeutiche non comprovate. Critiche che hanno trovato anche qualche megafono in alcuni esponenti parlamentari, che hanno preso di mira il lavoro dei ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità.
Dall’autismo non si guarisce, ma un trattamento adeguato in età precoce può di molto migliorare la qualità della vita degli interessati e, di conseguenza, di chi con loro vive. Quasi ovunque nel nostro paese il peso anche economico di questo tipo di trattamento, scientificamente fondato, ricade sulle famiglie o sull’intervento privato (come quello delle associazioni di volontariato, sempre alla ricerca di fondi per sostenere un’attività molto costosa).
Non è così in altri paesi, dove lo stato si fa carico, in tutto o in parte, di queste iniziative e della ricerca scientifica più che mai necessaria in un settore in cui si sa ancora troppo poco.

Autore: Mauro Paissan

Mauro Paissan, giornalista professionista con esperienze lavorative in giornali e televisioni, è stato deputato per tre legislature e per undici anni componente del Garante privacy. Tiene un corso di Deontologia del giornalismo presso l’Università Sapienza di Roma. E’ socio fondatore e consigliere dell’Associazione di volontariato “Una breccia nel muro”, specificamente dedicata ai disturbi dello spettro autistico.

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