Dormire bene è importante. La melatonina aiuta?

La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale durante la notte o in condizioni di scarsa luminosità. La luce, infatti, inibisce la produzione di melatonina che si sincronizza in base alla luminosità dell’ambiente. I livelli circolanti di questa sostanza si possono misurare nel plasma, nella saliva, o nelle urine. La funzione fisiologica primaria della melatonina, la cui secrezione varia a seconda della durata della notte, è quello di regolare una serie di funzioni dell’ organismo che differiscono con l’ alternarsi della notte e del giorno o anche, probabilmente, con l’ alternarsi delle stagioni.

La somministrazione della melatonina in quantità che variano da 1 a 10 mg/die viene di solito suggerita per recuperare nel minor tempo possibile un ritmo sonno-veglia fisiologico, quando questo viene alterato, per esempio dopo un viaggio intercontinentale. Benché le evidenze scientifiche non siano molto solide, poiché la numerosità degli studi e la metodologia con cui essi sono condotti è ritenuta dagli esperti poco rigorosa, tuttavia esistono prove che documentano come la melatonina moduli il sistema immunitario, aumenti potenzialmente la protezione dell’ adulto da trombosi - attraverso la documentata azione sulla produzione di fattori che proteggono dall’ insorgenza di eventi - e regoli la glicemia. E’ stato suggerito da vari autori che la melatonina possa influenzare il tono dell’umore ed anche le capacità cognitive. Dunque, non si tratterebbe solo di recuperare il più in fretta possibile le ore di sonno perse per il fuso orario (jet lag), ma anche di altri potenziali e benefici effetti, molti dei quali studiati in maniera del tutto parziale o insoddisfacente sul piano del rigore scientifico.

E’ inoltre documentata la fisiologica riduzione dei livelli circolanti di melatonina nella donna in età post-menopausale, che potrebbe giustificare, almeno in parte, la riduzione del numero di ore di sonno delle donne in questa fase della vita. In un piccolo studio, tuttavia condotto con metodologia rigorosa, è stato anche documentato che potrebbe prevenire un aggravamento dell’osteoporosi, condizione particolarmente frequente nelle donne in post-menopausa.

Quanto alle dosi da somministrare per osservare gli effetti citati, c’è da sottolineare che anche qui non abbiamo molte evidenze, poiché ad esempio è stato documentato, relativamente al recupero del sonno post jet lag, che 1 o 10 mg /die possono essere assolutamente equivalenti. Per quanto riguarda gli altri effetti suggeriti, non vi sono evidenze relative alla posologia minima efficace. Nulla è noto, infine, su potenziali effetti collaterali o tossicità da sovradosaggio. E’ auspicabile che nei prossimi anni la ricerca si occupi di definire meglio i benefici e/o i potenziali effetti collaterali legati all’uso di quest’ormone.

Autore: Elvira Grandone

Elvira Grandone, medico ricercatore. Si occupa di malattie monogeniche e multifattoriali, particolarmente coinvolta in progetti di ricerca sulla salute della donna. Autrice di numerosi articoli su riviste internazionali e di linee-guida nazionali sul rischio tromboembolico nella donna e sulla gestione di patologie ostetriche. Co-autrice anche di un documento coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità sul rischio trombotico da contraccettivi orali.

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