Essere infermiere e counselor oggi
Introduzione
Il sostantivo counseling deriva dal verbo inglese to counsel, consigliare, che a sua volta ha radici profonde fino al latino volgare consulere che è traducibile principalmente in consiglio e/o consultare (counseling nell’enciclopedia Treccani).
Per meglio contestualizzare l’uso che viene fatto oggi di questo termine è necessario un breve cenno storico. In America negli anni ’50, Rollo May e Carl Rogers (Rogers C., Terapia centrata sul cliente, La Nuova Italia, Firenze) fondarono i principi del counseling moderno definendo questo approccio come un metodo per “favorire lo sviluppo e l’utilizzazione delle potenzialità del cliente, aiutandolo a superare problemi e difficoltà che gli impediscono di esprimersi pienamente e liberamente nel mondo esterno (…).
Il counselor può solo guidare il cliente, con empatia e rispetto, a ritrovare la libertà di essere sé stesso: il superamento del problema la vera trasformazione spetta solo al cliente”. Nello stesso periodo storico in cui May e Rogers definivano l’intervento di counseling, alcune teoriche del nursing, come Hildegard Peplau, Lidia Hall, Jean Orlando, cominciavano a inserire le tecniche di comunicazione rogersiane come strumenti fondamentali della relazione infermiere-paziente: la relazione diviene quindi l’aspetto centrale della professione infermieristica.
Oggi, il counseling infermieristico, fornisce un’assistenza specifica ed efficace instaurando con la persona assistita una relazione di aiuto finalizzata a fornire il supporto emotivo necessario per affrontare il problema di salute emergente. Si tratta di un’attività relazionale finalizzata a orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità di persone momentaneamente in difficoltà (il processo di assistenza infermieristica http://www.evidencebasednursing.it).
Cosa occorre quindi per fare counseling infermieristico? Nella sua formazione di base l’infermiere acquisisce competenze tecniche e relazionali che necessitano di un approfondimento specifico rispetto alle tecniche di conduzione di un colloquio di counseling. Per prendersi cura della persona assistita e aiutarla ad affrontare il problema emergente è necessario attivare l’ascolto attivo, la comprensione, la disponibilità, la sospensione del giudizio, la capacità di sostenere e rispettare il silenzio dell’altro al fine di creare uno spazio, un contenitore in cui la persona si senta libera di esprimere sé stessa. Attraverso la relazione autentica la persona assistita può riscoprire le proprie potenzialità e risorse al fine di attivare il processo di accettazione e ricostruzione dell’equilibrio (https://www.nurse24.it/specializzazioni/infermiere-counselor.html).
L’intervento di counseling infermieristico è orientato a individuare il problema, esplorare il problema, gestire il problema. Tutto questo è possibile attraverso la costruzione dell’alleanza terapeutica le cui fasi sono la condivisione degli obiettivi, la definizione dei compiti reciproci, il legame di fiducia che si instaura tra gli attori della relazione. Attraverso l’uso di domande aperte e della riformulazione, l’infermiere offre alla persona assistita l’opportunità di espandere e chiarire la situazione, facilitando l’espressione dei sentimenti, stimolando la capacità di riflessione e ripristinando nella persona un maggior senso di responsabilità verso sé stesso e le sue scelte.
In conclusione, il counseling infermieristico offre all’infermiere la certezza di aver accolto, ascoltato e compreso il punto di vista della persona assistita e a quest’ultima la sicurezza di aver ricevuto il sostegno, le cure e la comprensione necessari a riprendere il controllo della gestione del problema salute (https://www.assocounseling.it).
Autore: Cinzia De Rossi
Cinzia De Rossi è infermiera e Professional counselor presso il centro di Endocrinologia, Diabetologia e malattie del metabolismo della Città della Salute e della Scienza di Torino. Esperta di educazione terapeutica, ha negli anni integrato gli strumenti del counseling con le competenze infermieristiche. Oggi si occupa principalmente di assistenza all'utilizzo della tecnologia per la cura del diabete finalizzato al miglioramento della compliance ed accettazione della malattia.
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