Il dramma della dipendenza da gioco d’azzardo

“La mia vita era in balia di quell'ossessione. Avevo un'impresa che valeva centinaia di migliaia di euro e ora non ho più nulla, solo debiti che non potrò mai ripagare. La mattina uscivo da casa con un unico pensiero: andare da quella macchina di ferro ad aspettare di vincere; l'adrenalina mi saliva nel cervello quando stavo lì in attesa, non se vincevo, tanto poi lo sapevo che, se pure avessi vinto, avrei buttato di nuovo tutto in quella bocca vorace. La mia droga era quell'attesa, quella sfida al mondo, quel pazzo desiderio di essere il primo, l'unico, il migliore. Poteva squillare il telefono, potevano venire in sala slot moglie, figli, io non rispondevo, nemmeno li vedevo...in trance ipnotica davanti a quei colori e quei suoni”. E' la storia di uno dei tanti giocatori caduti nell'inferno dell'azzardo.

In Italia nel 2014 c’era una slot ogni 143 abitanti, il doppio rispetto alla media europea! Il numero delle slot e delle giocate è aumentato a dismisura dalla crisi del 2008; dal 2000 al 2014 il fatturato del gioco d’azzardo è cresciuto del 350% in modo inversamente proporzionale al PIL procapite! Il maggior beneficiario di questi introiti, controllati dalle mafie, dovrebbe essere lo Stato che, però incassa solo 8,7 miliardi. Il resto è gestito in gran parte dalle concessionarie con sede in paradisi fiscali come Malta, Cipro e Gibilterra: società multinazionali orientate al profitto e perciò fisiologicamente predisposte a far crescere un segmento di mercato dove circola un flusso di denaro pari a 85 miliardi di euro nel solo 2015. Ma come si diventa dipendenti dal gioco? Le risposte possono essere molte: occorrerebbe cercare di comprendere le storie cliniche dei giocatori ed il significato simbolico attribuito al gioco, come questo si sia insinuato nella loro esistenza, quali buchi abbia coperto e quali emozioni offerto. Secondo la letteratura, esistono varie tipologie di giocatori d'azzardo: per esempio i giocatori “condizionati nel comportamento” suddivisi a loro volta in “giocatori compensatori” per cui il gioco è assimilabile a una fuga dai rischi della vita, i “giocatori traumatici” in cui il gioco è una strategia per affrontare sofferenze o lutti e infine i “giocatori magici” in cui esiste una prevalenza del pensiero magico. Ma tutti diventano giocatori perché condizionati da un'offerta incontrollata di gioco d'azzardo! Alcuni studi hanno, infatti, dimostrato la relazione tra maggiori disponibilità di giochi e l’aumento dei giocatori patologici; d'altronde il gioco d'azzardo agisce sul sistema di gratificazione del cervello colpendo le stesse aree attivate dalle sostanze psicotrope, come la cocaina. Sembra inoltre che le slot machine creino una trance ipnotica simile al meccanismo di condizionamento di un topo racchiuso in una gabbia che continua a premere la leva in attesa della ricompensa e ciò che ha creato tale comportamento compulsivo è l'assoluta imprevedibilità e casualità della ricompensa. Insomma, macchine costruite a tavolino per creare meccanismi di dipendenza. Una buona notizia: finalmente riconosciuto il diritto dei giocatori d'azzardo e dei familiari a cure gratuite, il SSN offre psicoterapie individuali e di gruppo e supporto psicofarmacologico.

Autore: Lucia Coco

Psicologa clinica con formazione analitico/transazionale. Referente del Centro di riferimento regionale umbro del gioco d’azzardo patologico presso l’USL 2 – Umbria. Docente presso la scuola di specializzazione di psicoterapia analitico-transazionale dell’Università di Caserta.

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