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La figura del Medico di Medicina Generale nell’evoluzione del Sistema Sanitario

Il Patto Trasversale per la Scienza (PTS) interviene sulla riorganizzazione della Sanità Territoriale con una breve nota sul medico di medicina generale (MMG) che in questa riorganizzazione ha, inevitabilmente, un ruolo centrale. Il SSN ha affidato al MMG la responsabilità di intercettare la domanda di salute del paziente, intraprendendo un corretto percorso di diagnosi e terapia. Attualmente e da più parti la figura del MMG è stata messa in discussione: accusato di scarsa efficienza, disponibilità ed efficacia per rispondere alle mutate condizioni assistenziali della popolazione.

Secondo la definizione della Word Organization of Family Doctors “La medicina generale è una disciplina accademica e scientifica, con propri contenuti educativi e di ricerca, proprie prove di efficacia, una propria attività clinica e una specialità clinica orientata alle cure primarie… si occupa di tutti i problemi di salute, indipendentemente da età, sesso e ogni altra caratteristica della persona”. Si può stimare che quasi l’80% dei problemi di salute siano di natura internistica come risulta dal XV REPORT HEALTH SEARCH. Per il restante 20% le consultazioni riguardano patologie di stretta pertinenza specialistica: chirurgia generale e specialistica, oculistica, otorino, ginecologia, ortopedia, urologia.

Per divenire MMG occorre seguire il Corso Regionale di Formazione Specifico per la Medicina Generale triennale che comprende tirocini sia presso un MMG Tutor che in Ospedale e nei Servizi Distrettuali. Non esiste un core curriculum nazionale per il Corso che non è equiparato a una scuola di specializzazione, sebbene da diversi anni vi sia un’animata discussione sui pro e i contro di questa possibile svolta. La qualità dei Corsi è variegata con notevoli differenze organizzative e di contenuto tra le Regioni. Non sono comparabili i profili professionali/accademici dei docenti e dei tutor (quest’ultimi selezionati solo per anzianità di servizio); non sono rintracciabili informazioni sulle metodologie di formazione; non esiste un sistema di monitoraggio periodico che riporti indicatori specifici (quantitativi e qualitativi). Nel Corso non viene riconosciuta la precipua attività internistica del MMG e lo spazio affidato al tirocinio di medicina clinica e di laboratorio è insufficiente. C’è grave carenza di attività didattiche teoriche e seminariali e di corsi professionalizzanti di diagnostica di primo livello (Ecografia, ECG, Spirometria, ABPM, Holter ECG, etc.).

L’Accordo Collettivo Nazionale per la MG (ACN) prevede una formazione obbligatoria certificata ECM attraverso iniziative regionali, assolta solo in minima parte dalle Regioni. Pertanto, i MMG ottemperano al debito formativo ECM, partecipando ad iniziative del Sindacato e dell’Industria Farmaceutica. Il prodotto finale è una formazione scoordinata, disparata ed eterogenea che non persegue un percorso di crescita professionale.

La riqualificazione dell’assistenza territoriale passa dal PNRR che riguarda le “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale”. Viene individuato un nuovo modello organizzativo con le Case della Comunità, l’Assistenza Domiciliare e gli Ospedali di Comunità. Ma la messa in pratica di tale disegno non prevede come reperire le dotazioni organiche del personale e le risorse per il suo funzionamento.

Guido Sampaolo a nome del Patto Trasversale per la Scienza