La Sostenibilita' della Sanita' Territoriale.

Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e il DM 77/2022 individuano un nuovo modello organizzativo per la rete di assistenza sanitaria territoriale. Tale modello rappresenta a nostro avviso un valido punto di partenza per la riorganizzazione della sanità territoriale, spostando l’asse degli interventi sanitari verso la prevenzione attraverso il modello della medicina di iniziativa.

Non nascondiamo tuttavia la preoccupazione per la messa in pratica del progetto. Ancorché le Case e gli Ospedali di Comunità verranno realizzati, saranno dotati delle figure professionali necessarie e sufficienti a interpretare la nuova assistenza territoriale? Con quali mezzi, con quali obiettivi e con quali finanziamenti? Il PNRR non prevede infatti come reperire le dotazioni organiche e tantomeno le risorse per il funzionamento; il Servizio Sanitario si regge col finanziamento statale erogato alle Regioni. Le finanze nazionali e regionali mostrano di essere una coperta corta sottoposta a tagli progressivi e riorganizzazioni orientati ad un efficientamento e risparmio. Dobbiamo quindi pensare che nessuna riforma sia possibile per un SSN/SSR che non ha disponibilità ulteriore economica?

In diverse realtà del mondo sono state realizzate delle iniziative attraverso le quali una comunità ha trovato una risposta alla domanda di salute. Sulla scorta di tali esperienze anche nel nostro Paese possono essere proposti esperimenti su piccola scala; per esempio: una comunità montana o insulare con servizi sanitari difficili da raggiungere, oppure insistente su di una zona colpita da una calamità, potrebbe essere motivata a sperimentare uno spirito comunitario di mutuo soccorso. La partecipazione della popolazione alla definizione della domanda di salute è indispensabile per individuare le soluzioni e la sostenibilità. L’organizzazione che si presta è quella di una Onlus, che con la sua autonoma organizzazione può stimolare la partecipazione della popolazione: quanto maggiore sarà la partecipazione, tanto più saranno sostenibili le azioni conseguenti con l’individuazione di interventi a basso costo, come la prevenzione primaria, che richiedono interventi autogestiti ed autofinanziati con piccole cifre che la comunità investe sulla propria salute. È necessario il coinvolgimento e la condivisione delle istituzioni locali per ottenere appoggio e collaborazione. Esistono esperienze di questo tipo con ottimi risultati, come la Città di Cingoli col progetto ”Cingoli: Città della Prevenzione”.

Molto interessanti sono anche le sperimentazioni delle assicurazioni sociali organizzate su piccola scala a beneficio dei soci; si tratta di forme di società operaia di mutuo soccorso come la Società Mutua Piemonte ETS. Si tratta di associazioni No-Profit che lavorano per i propri associati, basandosi su principi di mutualità e di solidarietà e svolgendo attività nell’assistenza sanitaria integrativa alle prestazioni sanitarie pubbliche. Queste forme di integrazione sanitaria possono sostenere i progetti di salute di una comunità, integrandosi con quelli erogati nelle Case e negli Ospedali di Comunità, affiancandosi all’assistenza domiciliare, contribuendo a sostenere economicamente il costo della sanità territoriale e a raggiungere gli obiettivi di salute.


Autore: Guido Sampaolo a nome del Patto Trasversale per la Scienza

 

Autore: Patto trasversale per la scienza

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