Le diseguaglianze nella sanità dei tanti tagli – Il caso dei dispositivi medici.
Il periodo attuale è caratterizzato anche in sanità dal tentativo di riduzione dei costi in modo da renderli compatibili con le difficoltà della finanza pubblica. E questo anche in un settore universalmente considerato efficiente e concorrenziale rispetto a quello di altri paesi. Tutto ciò contribuisce a far crescere i timori di una riduzione della spesa senza razionalizzazione e senza preoccupazione per i contraccolpi sul piano della appropriatezza delle cure e della loro equità.
La prima ricerca del Censis sui dispositivi medici ha narrato di una sanità che non si risolve solo in farmaci e ospedali, ma è realtà più complessa, di cui i dispositivi medici sono un elemento essenziale, capace di incidere in misura rilevante sulla tutela della salute e la qualità della vita. A questo specifico proposito, la ricerca ha messo a fuoco alcuni punti importanti quali:
- il fatto che i dispositivi medici siano ora nell’occhio del ciclone di una politica volta a ridurre i costi in qualsiasi modo;
- i rischi insiti nelle recenti proposte di prezzi di riferimento, acquisti centralizzati e sconti, rispetto all’utilizzazione di strumenti tecnologici di qualità;
- l’importanza della personalizzazione dei dispositivi e del loro adattamento alle esigenze dei pazienti come suggerito dai clinici competenti.
E’ pertanto decisiva una riflessione sul settore dei dispositivi medici in una sanità sottoposta ai tagli e alle diseguaglianze, approfondite da manovre centralizzate di finanza pubblica e dai Piani di rientro.
Autore: Carla Collicelli
Carla Collicelli è Vice Direttore Generale del Censis. Tra le molte attività dedicate agli aspetti sanitari, è coinvolta nella Misurazione del Sistema di Valutazione dei Servizi sanitari del Ministero della Salute, nel Comitato Scientifico dell’Istituto Nazionale per la medicina della Povertà e delle Migrazioni e della Fondazione Glaxo Smith-Kline, nell’Osservatorio sulla condizione assistenziale dei malati oncologici e nel Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi. Collabora, inoltre, con Il Sole 24 ore, il Messaggero e L’avvenire.
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