SARS-CoV2: Attila o Frankenstein?
Un virus ci ammazzerà tutti”. Il nostro incubo peggiore si è materializzato sotto la forma di un nuovo virus che venuto da oriente si è abbattuto sull’occidente, come un’orda barbarica. Da subito, però, l’origine del nuovo virus ha suscitato divisioni e tesi di vario genere, evoluzionistiche e complottistiche. E’ il frutto di quel continuo rinnovarsi casuale della natura, che chiamiamo evoluzione, oppure il prodotto di un evento tutt’altro che naturale? E’ un nuovo Flagello di Dio, distillato di processi biologici che avvengono senza un Deus ex machina, o il prodotto dello sviluppo tecnologico sfuggito (deliberatamente liberato secondo l’estremismo complottista) al controllo del suo creatore, come la Creatura del dottor Victor Frankenstein? Quest’ultima tesi trova illustri sostenitori, sia nel modo politico che scientifico internazionale (un premio Nobel della Medicina, Montagnier).
La conoscenza in ambito scientifico non è attribuibile sulla base del numero di contatti, di like, o di followers; non si fonda sulla base del chi grida più forte. Essa è un percorso per successive approssimazioni e prevede la necessità di dati, di teorie e di conferme (o smentite).
Un interessante studio ha fornito informazioni utili per cominciare a capire, su dati concreti, com’è nato il mostro (Nat Med. 2020 Apr;26:450-452). Lo studio ha evidenziato le notevoli similitudini tra le sequenze del genoma virale isolato in diverse specie, che divergono per eventi genetici casuali, mutazioni. Le conclusioni suggeriscono un primo passaggio dal pipistrello al pangolino e successivamente da questo all’uomo. Il processo di rinnovamento casuale va avanti. Un altro studio recente (Proc Natl Acad Sci USA. 2020 Apr 28;117:9241-9243) ha ricostruito, grazie a un algoritmo matematico, il percorso evoluzionistico del genoma di SARS-CoV-2, seguendone spostamenti e mutazioni. Studiando 160 genomi virali prelevati tra il 24 dicembre e il 4 marzo, sono state identificate tre varianti di SARS-CoV-2.
La prima (variante A) sarebbe la più prossima al genoma del pipistrello, diffusa in Cina, in alcune aree del Nord America e Australia. Da questa variante ancestrale sono derivate una variante B, diffusa soprattutto in Asia orientale (Wuhan, ma anche in Europa con ulteriori mutazioni), e una C, diffusa soprattutto in Europa e in altre aree dell’Asia. Lo studio ha permesso di ricostruire il percorso dell’orda virale, indicando un’origine italiana nella trasmissione del virus in Messico e Brasile e la diffusione in Italia del virus dalla Germania, tramite un impiegato di un'azienda tedesca produttrice di componenti per autoveicoli. Ma il dato più interessante è la conferma che non esiste una Creatura virale (magari innumerevoli cloni), bensì tante varianti successive del Flagello di Dio che si sono diffuse e continuano a evolversi.
Approssimazioni successive non vangelo. Nessuno ha ancora identificato la prima variante di passaggio da una specie a un’altra. Ma ancora non esiste alcun dato a conferma della fuga della Creatura da un laboratorio. In attesa di Ezio (vaccino) che sconfigga gli Unni ai campi Catalaunici, Attila 2 – Frankenstein 0.
P.S.: nel racconto di Mary Shelley la creatura spariva nei ghiacci per darsi fuoco, cosi da non potersi creare un altro essere come lui.
Autore: Maurizio Margaglione
Maurizio Margaglione, medico ricercatore, insegna Genetica Medica presso l’Università degli Studi di Foggia. Autore di numerosi articoli su riviste internazionali, dirige il Servizio di Genetica Medica dell’AOU “Ospedali Riuniti” di Foggia.
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