Vaccini: un altro esempio di modesta cultura scientifica

Vaccini dell’infanzia: obbligo o non obbligo? La prima cosa da dire è che nessuno può mettere in dubbio l’efficacia e la sicurezza delle vaccinazioni attualmente in calendario per i nostri bambini. Oltre a questo, dobbiamo affermare categoricamente che la copertura vaccinale più alta possibile è fondamentale per rendere la nostra comunità più sicura, specialmente per coloro che sono troppo piccoli per vaccinarsi o non possono vaccinarsi perché si stanno curando un tumore o riprendendo da un trapianto.

Detto questo, qual è il modo migliore per ottenere le coperture vaccinali più alte possibile? Mentre sulla sicurezza e sull’efficacia dei vaccini la scienza ci fornisce risposte chiarissime, su tutto il resto dobbiamo navigare a vista. L’obbligo non è indispensabile per avere alte coperture vaccinali: ci sono nazioni come la Svezia dove, pur senza alcuna coercizione, il 98% dei genitori vaccina i propri figli. Da noi, purtroppo, non è così. Una migliore informazione è senz’altro utile, ma forse non basta. La regione Veneto nel 2006 ha eliminato l’obbligo dei quattro vaccini obbligatori allora (quelli contro Epatite B, difterite, tetano e poliomielite) organizzando un’encomiabile campagna informativa: il risultato è stato molto deludente, visto che la copertura per questi quattro vaccini è calata nei successivi dieci anni maggiormente in Veneto (dove si informava) che nel resto d’Italia che si è tenuta l’obbligatorietà.

E’ infine arrivata la legge che impone l’obbligo, ma sta funzionando? Anche se è molto presto per dirlo, i dati iniziali sembrano dire di sì. In tutte le Regioni che hanno comunicato l’andamento delle vaccinazioni c’è stato un sensibile aumento delle coperture, tanto da fare pensare che un terzo dei bambini non vaccinati precedentemente si sia “messo in pari” in questi mesi. Certo, non possiamo essere certi che questo effetto sia dovuto solo alla legge: ultimamente l’informazione è diventata molto più capillare e – soprattutto sulla rete – non si leggono solo le sciocchezze antivacciniste, ma anche – e soprattutto – le voci autorevoli di professionisti.

Purtroppo, essere arrivati all’obbligo è per certi aspetti un fallimento: dovere costringere con una legge le persone a un atto che non solo protegge i propri figli, ma che rappresenta un gesto di responsabilità sociale nei confronti dei più deboli è qualcosa di umiliante per la nostra comunità; ma speriamo che questo sia l’inizio di un cambiamento che porti le persone a non cedere più a derive oscurantiste e a superstizioni pericolose che possono non solo causare epidemie come quella di morbillo che abbiamo appena visto, ma anche riaprire la porta a terribili malattie che – proprio grazie ai vaccini – da molto tempo non vediamo più. “il sonno della ragione genera mostri”, diceva Goya; e in questo caso i mostri possono essere agenti patogeni dimenticati, che non vogliamo mai più rincontrare.

Riferimenti bibliografici

Burioni R, Odone A, Signorelli C.
Lessons from Italy's policy shift on immunization. Nature. 2018 Mar 1;555(7694)
https://www.nature.com/articles/d41586-018-02267-9
 
Signorelli C, Iannazzo S, Odone A.
The imperative of vaccination put into practice. Lancet Infect Dis. 2018 Jan;18(1):26-27
http://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(17)30696-5/fulltext

Autore: Roberto Burioni

Roberto Burioni, Professore Ordinario, insegna Microbiologia e Virologia e dirige l’omonima Scuola di Specializzazione presso l’Università Vita-Salute di Milano. E’, inoltre, responsabile di un laboratorio di ricerca in immunologia umana focalizzato sulla terapia con anticorpi monoclonali umani e sulla diagnostica molecolare precoce di malattie infettive.

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