E tre: stavolta a bacchettare Trump ci pensa l'associazione degl’immunologi americani
Pare the Trump mal sopporti i suggerimenti di Antony Fauci, lo scienziato che lui stesso si è scelto per essere aiutato nella gestione del COVID-19. Niente di nuovo, anche da noi alcune forze politiche, segnatamente in alcuni dei loro esponenti, sono chiaramente insofferenti ai suggerimenti del mondo della scienza, anche quando provengono da organismi ufficialmente coinvolti nella gestione dell’epidemia. Solo che da noi alcuni scienziati hanno deciso di fare i fenomeni e pur se con pochi dati nelle mani avanzano teorie basate su ipotesi a volte bizzarre e, spesso, non dimostrabili. Per favore, basta! (vt)
Ci sono analogie, ma anche profonde differenze, nell’impatto che la pandemia da COVID-19, la grave malattia respiratoria causata dal virus SARS-CoV-2, sta avendo nella società italiana e in USA. Forse l’analogia più rilevante è che, come in Italia abbiamo osservato tensioni tra governo centrale e regioni sulle misure restrittive da adottare, così le indicazioni del governo federale vengono declinate diversamente dai singoli stati. Ma una differenza profonda tra le due società è la compattezza del mondo scientifico americano rispetto alla spaccatura tra scienziati “buonisti” e “pessimisti” che ha riempito i talk show di casa nostra inducendo confusione sulle misure da seguire e diminuendo la credibilità complessiva degli scienziati agli occhi dell’opinione pubblica.
Autore/i
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Guido Poli
Guido Poli è Professore Ordinario di Patologia Generale presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Ha cominciato a fare ricerca su HIV/AIDS nel 1983 presso l’Istituto “Mario Negri” di Milano. Dal 1986 al 1993 ha lavorato a Bethesda (USA) al National Institute of Allergy and Infectious Diseases diretto da Anthony S. Fauci, leader mondiale nella lotta alle malattie infettive. Nel 1994 fonda, insieme ad Elisa Vicenzi, l’Unità d’Immunopatogenesi dell’AIDS all’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano dove tutt’ora entrambi lavorano.
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