Gli studi clinici e l’interesse generale
Si è già detto dell’importanza delle Industrie Farmaceutiche nello sviluppo di nuovi farmaci che hanno migliorato e miglioreranno la qualità e la durata della vita di milioni di pazienti
(http://www.fivehundredwords.it/post/it-come-nasce-un-farmaco). D’altra parte, il rischio di un conflitto di interessi fra chi da questa attività imprenditoriale vuole legittimamente creare profitti economici e l’interesse generale è ineludibile e necessita grande attenzione ed equilibrio per essere ben gestito. La nota di oggi si riferisce alle sperimentazioni cliniche (note come “trial”) che rappresentano il modo migliore per studiare l’efficacia ed i rischi di un farmaco. I trial, ormai da diversi anni, devono obbligatoriamente essere descritti e registrati ufficialmente prima di essere iniziati, in modo da garantire a priori sul disegno e sugli obiettivi dello studio. Ciò rende difficile che vengano pubblicati solo una parte dei dati ottenuti o che la loro presentazione non sia strettamente coerente con gli obiettivi prefissati e dichiarati. Difficile ma non impossibile, come leggerete. Ma c’è di peggio. Infatti, accanto a molti trial pubblicati ve ne sono molti altri che, pur registrati e regolarmente iniziati, sono stati prematuramente interrotti o regolarmente terminati ma non pubblicati. Le evidenze scientifiche di questi trial, che verosimilmente attengono ad effetti collaterali dannosi o, quantomeno, a scarsa efficacia dei farmaci studiati sarebbero molto utili per aumentare le nostre conoscenze e modificare i nostri indirizzi terapeutici. E’ davvero necessario che i risultati di tutti i trial vengano resi pubblicamente analizzabili; magari sotto l’egida di un pannello di esperti che preveda anche la presenza di rappresentanti della Industria sponsor, grazie alla quale lo studio è stato possibile.
In una direzione simile si muovono diverse organizzazioni scientifiche internazionali che invitano ad aderire ad una petizione per la pubblicazione dei metodi e dei risultati di tutti i trial, nessuno escluso (http://www.alltrials.net/).
Nel frattempo, ognuno di noi può portare il proprio piccolo contributo: non si dia l’approvazione a partecipare come volontario ad uno studio clinico senza la garanzia scritta che i risultati dello stesso verranno resi pubblici, qualunque essi siano. (vt)
L’efficacia dei farmaci si valuta con studi sperimentali randomizzati (trial) in cui i pazienti vengono assegnati in maniera casuale a ricevere o meno un farmaco e seguiti nel tempo per valutare modifiche significative sia in senso migliorativo che peggiorativo (es. rischio di morte, tossicità). I trial sono molto costosi (milioni di euro) e complessi e perciò spesso finanziati dall’industria (http://www.fivehundredwords.it/post/it-come-nasce-un-farmaco), pur se la gestione scientifica resta affidata a ricercatori ‘indipendenti’. Ma questo criterio, peraltro vagamente misurabile, non basta.
Autore/i
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Giovanni FM Strippoli
Giovanni FM Strippoli è editore e coordinatore regionale europeo del Cochrane Renal Group, responsabile della ricerca nefrologica al Consorzio Mario Negri Sud, professore associato di epidemiologia clinica alla School of Public Health dell’Università di Sydney (Australia) e direttore scientifico di DIAVERUM.
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