Pubblicato il 21/10/24

Incidenti nucleari e salute pubblica

Esistono 440 centrali nucleari nel mondo, con Stati Uniti (n=92), Francia (n=56) e Cina (n=55) a far la parte del leone. Ve ne sono poi 48 in fase di costruzione, di cui 21 in Cina e 8 in India. Purtroppo, almeno un terzo delle centrali nucleari esistenti si trova in zone densamente popolate, così che un eventuale incidente nucleare graverebbe su un gran numero di individui. Da quando le centrali nucleari sono state attivate, si sono registrati 5 incidenti nucleari di notevole gravità (Kyshtym-Russia nel 1957; Windscale Piles-UK, 1957; Three Mile Island, PA-USA 1979; Chernobyl-Ucraina 1986 e Fukushima-Giappone, 2011). I livelli INES (acronimo di International Nuclear and Radiological Event Scale, un punteggio di gravità dell’incidente, utilizzato dall’intera comunità internazionale) sono stati di 5-6 per i primi tre eventi e, purtroppo, pari a 7 per gli ultimi due. Dei primi tre incidenti, non si hanno dati solidi relativi ai danni sulla popolazione che si presume siano stati ragionevolmente modesti, mentre dati più robusti sono disponibili per gli incidenti di Chernobyl e Fukushima. A Chernobyl la popolazione è stata evacuata in due riprese (1986 e 1992) per un totale di più di 300mila persone, mentre a Fukushima ne sono state evacuate quasi 200mila. (vt)

Incidenti nucleari e salute pubblica

I danni alla salute degli incidenti nucleari sono diretti (cioè dovuti alla radiazione) ed indiretti, soprattutto conseguenti alla evacuazione. A Chernobyl, secondo le informazioni ricevute dal governo della ex Unione Sovietica, dei 600 operatori intervenuti immediatamente dopo l’incidente nucleare, 134 hanno sofferto della sindrome da radiazione acuta (ARS, caratterizzata da nausea vomito, caduta dei capelli, arrossamenti ed ustioni della pelle) che ha portato a morte 28 di essi, entro 3 mesi.

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Autore/i

  • Vincenzo Trischitta
     
     

    Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

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