Poco sale ma iodato
Diamo oggi spazio all’estrema importanza della presenza di iodio nella nostra dieta. L’Italia si è allineata nell’ultimo decennio ai Paesi più ricchi e organizzati, a proposito dei programmi di prevenzione della carenza iodica e del loro monitoraggio, ma ancora c’è molto da fare. Manca, infatti, un’adeguata campagna d’informazione che arrivi a modificare le abitudini della grande maggioranza della popolazione, semplicemente convincendo gli Italiani ad acquistare sale da cucina iodato. E, forse, si potrebbe anche sperare in un intervento dello Stato per rendere omogenei i prezzi dei vari prodotti commerciali, indipendentemente dalla supplementazione di iodio, in modo da incoraggiare i consumatori meno abbienti, specie durante una crisi economica così terribile, a scegliere nell’interesse della loro salute e di quella dei loro figli. E nella stessa campagna d’informazione, si potrebbe anche raccomandare l’uso moderato di sale, per ridurre il rischio dell’ipertensione arteriosa e delle malattie cardiovascolari. Insomma, serve una campagna che dica, molto semplicemente, di usare…poco sale ma iodato. (vt)
Lo iodio è il costituente fondamentale degli ormoni tiroidei. Poiché questi svolgono un ruolo determinante nelle fasi dello sviluppo e dell’accrescimento, come pure nel mantenimento dell’equilibrio metabolico dell’organismo adulto, gli effetti negativi della carenza nutrizionale di iodio possono interessare tutte le fasi della vita.
Autore/i
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Antonella Olivieri
Antonella Olivieri è Primo Ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità. Il suo impegno scientifico è prevalentemente rivolto alla prevenzione e alla sorveglianza delle patologie tiroidee ed è responsabile scientifico del Registro Nazionale degli Ipotiroidei Congeniti e dell’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia.
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