Pubblicato il 09/02/15

Un paio di facili rimedi per ridurre la spesa farmaceutica ma non la qualità di cura.

Le prossime due note saranno dedicate ai farmaci che assumiamo, quanto servono quanto ci costano e come il sistema sanitario nazionale è organizzato per vigilare sull’appropriatezza delle nostre cure in termini di efficacia, sicurezza e costi. (vt)
In Italia, nel 2012, la spesa sanitaria è stata di € 146 miliardi, pari al 9.2% del PIL, una percentuale più bassa di altri Paesi come Francia, Paesi Bassi, Svizzera e Germania, tutti con spese superiori all’11% del PIL, per non parlare degli USA che arrivano al 17%. E nonostante ciò, abbiamo uno dei migliori servizi sanitari al mondo e siamo uno dei Paesi con la popolazione più longeva; ci battono solo Giappone, Islanda, Spagna e Svizzera. Insomma, una volta tanto, c’è da essere orgogliosi ma si può fare di più e meglio, soprattutto in una fase di gravi difficoltà economiche come l’attuale.

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Autore/i

  • Vincenzo Trischitta
     
     

    Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

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