Gli scienziati chiedono ai politici cosa faranno per la ricerca

Il Patto Trasversale per la Scienza… invita tutti i partiti a considerare il supporto alla ricerca scientifica come un elemento centrale dei programmi elettorali per le prossime elezioni politiche nazionali del 25 settembre 2022. Specificamente, si chiede ai partiti politici quali siano i loro piani per affrontare due tra le maggiori criticità non più rimandabili della ricerca scientifica in Italia pienamente congruenti con il finanziamento straordinario del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ovvero:

1) Il numero insufficiente di ricercatori.
I dati OCSE 2022 rilevano che su 1.000 lavoratori in Italia solo 6,5 sono impegnati nel settore della ricerca, rispetto a 13,4 in Francia e 10,1 in Germania e 9,2 in Europa. Alla pochezza numerica dei ricercatori, si aggiunge la scarsa presenza femminile e l’ingresso tardivo in posizioni stabili e autonome che priva il sistema Paese della capacità ideative ed innovative tipiche delle giovani età.
Domande:
- Quali sono i piani del vostro partito per aumentare il numero dei ricercatori, con particolare attenzione alle pari opportunità, e per anticiparne l’età di reclutamento?
- Quali strategie intendete attuare per non disperdere e altresì valorizzare il capitale umano che si sviluppa nelle Università e nei centri di ricerca italiani?

2 ) L’esiguità dei fondi dedicati al finanziamento della ricerca e la loro gestione.
I dati OCSE 2022 indicano che l’investimento in ricerca nel 2020 è stato del 1,5% del PIL in Italia, del 2,3% in Francia, del 3,1% in Germania e al di sotto della media europea pari a
2,2%. I dati ISTAT 2021 aggiungono che, rispetto ai maggiori paesi europei, sono molto modesti anche i finanziamenti dei privati (meno di 1% del PIL, rispetto all’1.5% ca. della Francia e oltre il 2% della Germania). Il PNRR comporta finalmente l’impegno ad un investimento nella ricerca per i prossimi tre anni; tale investimento straordinario dovrebbe essere consolidato e reso strutturale, adeguandolo a quello degli altri paesi europei più virtuosi. Inoltre, non esiste un coordinamento delle risorse nazionali per la ricerca che renda le procedure di assegnazione dei fondi agili, trasparenti e realmente competitive, come accade nei maggiori paesi occidentali con consolidate tradizioni di ricerca. Al riguardo, la proposta avanzata da molti ricercatori italiani di istituire un’Agenzia Centrale della Ricerca Scientifica, sottratta alle regole della Amministrazione Pubblica ed indipendente dalla pressione dei partiti politici, è stata accantonata dal governo adducendo l’ipotesi che essa aumenterebbe la burocrazia relativa alla gestione dei finanziamenti. Al contrario, un’Agenzia Centrale della Ricerca Scientifica, governata in maniera autonoma e trasparente, snellirebbe la burocrazia legata all’eterogeneità degli enti finanziatori e aiuterebbe ad ottimizzare e razionalizzare l’erogazione dei fondi per la ricerca.
Domanda:
Quali sono i piani del vostro partito per aumentare stabilmente il finanziamento della ricerca e per migliorarne la gestione in termini di semplicità, rapidità, trasparenza e competitività?

Domande semplici. Ci aspettiamo risposte altrettanto semplici, puntuali che indichino chiaramente risorse e percorsi gestionali che permettano il raggiungimento degli obiettivi che eventualmente i partiti vorranno indicare. Domandare è lecito, rispondere è cortesia. Siamo fiduciosi. 

 

Autore: Vincenzo Trischitta

 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

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