Il patrimonio immobiliare della sanità e la spesa pubblica
Un breve excursus sul patrimonio immobiliare del nostro servizio sanitario, ci ricorda che l’ospedale è nato quando il Governo Crispi ha riconosciuto la funzione ospedaliera a 2.000 Opere Pie già dedicate all’assistenza sanitaria; gli “ospedali” erano, quindi, realizzati principalmente in ex conventi. Successivamente, il regime fascista avviò un piano per la realizzazione di grandi opere, finanziando tra l’altro, direttamente o attraverso gli istituti di assicurazione sociale, una rete di edifici ospedalieri utilizzata in gran parte ancora oggi.
Nel 1958 è nato il Ministero della Sanità e nel 1964 è stata istituita una Commissione interministeriale incaricata di redigere il Piano urbanistico nazionale delle costruzioni ospedaliere, che rilevò lo sconfortante quadro di 186 strutture non completate e 63 completate ma non funzionanti per un totale di circa 40.000 posti letto non utilizzabili.
Il programma di sviluppo economico 1964/69 individuava la necessità di realizzare 82.000 posti letto; il compito fu affidato alla Cassa del Mezzogiorno insieme a quello di completare ben 86 degli ospedali incompiuti.
L’evoluzione della medicina e dei modelli organizzativo-gestionali del servizio sanitario ha reso necessario, nel 1988, un intervento straordinario per la riqualificazione del patrimonio immobiliare, finanziato dallo Stato con 30mila miliardi di lire.
Dal censimento del 1990 sono stati rilevati 1061 ospedali, con età media di 62 anni di cui il 57% edificato prima del 1940. Inoltre, il 26% era ospitato in presidi di altra origine (ad esempio monasteri) ed il 22% era a padiglioni (tipologia nata nel 1700 e di difficile adattabilità alle moderne esigenze).
Dall’inizio del programma ad oggi, le regioni hanno utilizzato i fondi per riorganizzare la propria rete di assistenza con interventi sul numero e la tipologia degli ospedali e delle altre strutture di assistenza, come risulta visibile anche dalla modifica, in termini numerici, del numero di ospedali per regione (tab1). I risultati ottenuti mostrano differenze tra le regioni dotate fin dall’inizio di un piano sanitario regionale e quelle che hanno avuto difficoltà a definirne la programmazione. Le prime, infatti, hanno ridotto il numero di ospedali, differenziato le tipologie di edifici in relazione al tipo di assistenza prestata e realizzato reti di assistenza territoriale (presidi ambulatoriali, punti di primo intervento, case delle salute, residenze assistenziali, etc.) per rispondere alle esigenze dei cittadini senza dover fare ricorso solo alle strutture ospedaliere per acuti.
Le regioni, che, al contrario, non hanno portato avanti programmi di riorganizzazione delle reti assistenziali presentano ancora oggi problemi di bilancio e per questo sono sotto il controllo delle strutture centrali dello Stato per la gestione della spesa sanitaria.
Il controllo della spesa risulta, quindi, fortemente connesso alla capacità di programmazione del sistema sanitario e, in ambito edilizio, all’organizzazione di una rete di edifici sanitari conforme alle norme di sicurezza ed adeguata alle richieste degli operatori e degli utenti e al mantenimento in efficienza del patrimonio immobiliare attraverso costanti programmi di manutenzione.
Regione |
Dati censimento 1990 |
Dati 2000 |
Dati 2009 |
Residenti |
Piemonte |
61 |
44 |
38 |
4.401.266 |
Valle d’Aosta |
3 |
1 |
1 |
125.979 |
Lombardia |
134 |
72 |
61 |
9.642.406 |
P. A. Bolzano |
8 |
8 |
7 |
493.910 |
P.A. Trento |
16 |
14 |
9 |
513.357 |
Veneto |
98 |
78 |
38 |
4.832.340 |
Friuli Venezia Giulia |
25 |
19 |
16 |
1.222.061 |
Liguria |
46 |
27 |
12 |
1.609.822 |
Emilia Romagna |
106 |
44 |
27 |
4.275.802 |
Toscana |
75 |
42 |
42 |
3.677.048 |
Umbria |
23 |
11 |
11 |
884.450 |
Marche |
55 |
38 |
33 |
1.553.063 |
Lazio |
78 |
74 |
75 |
5.561.017 |
Abruzzo |
21 |
22 |
21 |
1.323.987 |
Molise |
6 |
7 |
7 |
320.838 |
Campania |
59 |
66 |
55 |
5.811.390 |
Puglia |
66 |
67 |
38 |
4.076.546 |
Basilicata |
15 |
11 |
9 |
591.001 |
Calabria |
46 |
37 |
37 |
2.007.707 |
Sicilia |
87 |
70 |
69 |
5.029.683 |
Sardegna |
33 |
33 |
32 |
1.665.617 |
Totale |
1061 |
785 |
638 |
59.619.290 |
Fonte: Elaborazione dati Ministero della Salute; Dipartimento della Programmazione (1997); Direzione generale del Sistema Informativo Statistico - Ufficio di Direzione Statistica (2009) - I dati di Popolazione per regione si riferiscono al 2008. |
Autore: Raffaela Bucci
Raffaela Bucci, architetto, si occupa di edilizia sanitaria dal 1989 come direttore dei lavori dell'ospedale San Polo di Monfalcone, progettista dell'ospedale Maggiore di Trieste e coordinatore per le attività di progettazione e realizzazione di altre strutture nel Friuli e nelle Marche. Ha fatto parte della Commissione di studio, del Ministro Umberto Veronesi e dell’Arch. Renzo Piano, per la elaborazione di un nuovo modello di ospedale ad alto contenuto tecnologico ed assistenziale ed è stata direttore dell'area tecnica dell’Azienda Policlinico Umberto I di Roma. E’ rappresentante dell'Age.Na.S. nel Nucleo di Valutazione degli Investimento del Ministero della Salute.
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