Ma i farmaci che assumiamo sono tutti efficaci e sicuri?

Per il terzo anno di seguito, Prescrire, una rivista indipendente associata all’International Society of Drugs Bullettins, ha pubblicato la lista dei farmaci che sono più dannosi che utili e che, quindi, non dovrebbero essere utilizzati. Quest’anno la lista si è allungata e il numero dei farmaci incriminati è salito a 71, molti dei quali in commercio anche in Italia. C’è di tutto, dai farmaci di moda per trattare i disturbi post-menopausali come il tibolone (se questi disturbi si devono proprio trattare, meglio i tradizionali estroprogestinici) ai farmaci per l’Alzheimer, niente affatto efficaci nel ritardare il decadimento del paziente, a fronte di gravi effetti collaterali (molto meglio mantenere attivi i pazienti e riorganizzare la loro vita per minimizzare gli effetti della malattia).

Ed ancora, farmaci anti-obesità come l’Orlistat che in un anno di terapia fa perdere ben…..3 Kg in più della sola dieta, farmaci anti-ipertensivi che invece di ridurre il rischio cardiovascolare lo aumentano, antidolorifici con gravi effetti collaterali sia cardiovascolari che respiratori che nell’ottica delle industrie che li commerciano, dovrebbero prendere il posto del vecchio paracetamolo, farmaco efficace, sicuro e poco costoso; forse è per questo che lo si vuole sostituire? Le osservazioni di Prescrire sono, prevalentemente, indirizzate ai medici ma possono essere molto utili per le agenzie regolatorie che si preoccupano di quali farmaci vengono venduti ed utilizzati nei vari Paesi. 

Certo, nonostante Prescrire lavori in maniera rigorosa, secondo i più alti standard attuali di revisione e valutazione della letteratura medica internazionale, si può discutere di alcune delle conclusioni offerte ma quello che non si può, o non si dovrebbe, fare è ignorarle. In effetti, l’attenzione di una parte della comunità scientifica è stata importante. Ed è sulla scorta di questo interesse che dopo la prima edizione del 2013, la rivista ha aggiornato la famigerata lista nel 2014 ed ancora quest’anno. Ma, in Italia (e non solo) non si è avuto quasi alcun riscontro da parte di chi amministra la sanità, né a livello locale né nazionale. La missione di Prescrire è “..lavorare in assoluta indipendenza per favorire la qualità dell’assistenza sanitaria, innanzitutto nell’interesse dei pazienti”. Ed è per questo che la rivista vive solo sui fondi degli abbonamenti, mentre ad aziende e società private, così come enti governativi e autorità sanitarie non è permesso alcun supporto economico e, quindi, alcuna influenza sulla scelta e sul contenuto degli articoli. Non esattamente una scelta scontata o facilmente riscontrabile in altri contesti. Fosse solo per questa caratteristica, la lista dei farmaci da evitare di Perscrire dovrebbe ricevere maggiore attenzione. Forse stiamo perdendo una buona occasione per migliorare la qualità dell’assistenza, riducendo le spese per il consumo di farmaci non esattamente sicuri e, quasi sempre, con valide alternative a prezzi più convenienti.

Autore: Vincenzo Trischitta

 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

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