OMS e salute delle donne - Dieci grida dall’allarme.

L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha recentemente presentato le dieci sfide più importanti per la salute delle donne.La sfida più decisiva è la lotta al cancro al seno e al collo dell'utero, i due tumori che più colpiscono le donne e che causano oltre un milione di morti l’anno, soprattutto nei Paesi meno ricchi, dove mancano programmi di screening, prevenzione e trattamento.

Un’altra sfida importante è quella relativa alle gravidanze in età precoce. Sebbene il matrimonio in giovane età sia in fase di riduzione, si calcola che ancora nei prossimi 10 anni, ben 10 milioni di ragazze andranno in sposa prima dei 18 anni. Attualmente, ogni anno, circa 14 milioni di adolescenti diventano madri. Complessivamente, nel 2013 quasi 300 mila donne sono morte a seguito delle complicanze durante la gestazione e il parto. Il 99% di queste morti è avvenuto in Paesi in via di sviluppo. Quasi inevitabilmente, è in questi stessi Paesi che si osserva anche la stragrande maggioranza delle morti neonatali (circa il 90%).

Strettamente correlata alla precedente è la sfida sulla salute sessuale e riproduttiva. I rapporti sessuali non protetti sono, infatti, un altissimo fattore di rischio, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove più di 200 milioni di donne non hanno accesso ai servizi per la contraccezione. Senza arrivare alle conseguenze dell'HIV o del papilloma virus, si pensi che la sifilide non trattata causa la morte di oltre 90 mila neonati ed è responsabile di 200 mila tra feti morti nel grembo materno o bambini nati morti.

E inoltre, le donne hanno un rischio aumentato di soffrire di disturbi oculari e, a peggiorare la faccenda, non hanno le stesse opportunità di cura dei maschi. Ciò accade prevalentemente perché le donne sono meno autonome nel muoversi per recarsi presso i centri di cura ma anche perché, a causa di pregiudizi culturali, c’è una minore percezione dell’importanza di garantire interventi medici o chirurgici per problemi oculari nel sesso femminile.

Ancora, l’uso di tabacco. Sebbene esse fumino circa 10 volte meno dei maschi, l’uso di tabacco nelle donne sta rapidamente crescendo a causa della pubblicità aggressiva delle industrie produttrici, con l’aggravante che, rispetto ai maschi, le donne smettono meno facilmente, sono meno responsive alla terapia con preparati a base di nicotina come coadiuvanti nel tentativo di smettere e, se riescono a smettere, ricominciano a fumare più facilmente.

E per ultimo, gli atti di violenza. Alcuni studi riportano che almeno un quinto delle donne ha subito qualche forma di violenza fisica o sessuale. Queste donne hanno il doppio delle probabilità di diventare depresse o alcolizzate e più che quadruplicata la probabilità di tentare il suicidio.

Insomma, sugli aspetti sanitari, qualche miliardo di donne aspetta di ricevere niente di più che….la stessa attenzione che ricevono i maschi. Fa impressione solo a scriverlo.

Autore: Vincenzo Trischitta

 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

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