Salviamo il nostro Sistema Sanitario Nazionale
C'era una volta un padre generoso, i cui 21 figli gestivano con differente responsabilità la "paghetta" annuale: alcuni spendevano con oculatezza, comprando solo l’essenziale, altri invece sprecavano i danari acquistando cose futili a costi molto alti. Da buon padre di famiglia, anno dopo anno, ripianava i debiti accumulati dai figli più dissennati senza nemmeno rimproverarli e ogni anno la storia si ripeteva. Con il tempo i figli iniziarono a rivendicare le proprie autonomie, finché un bel giorno la "modifica del Titolo V" li lasciò liberi nella gestione e organizzazione delle proprie famiglie. Tuttavia, gli accordi con il padre erano molto chiari: lui avrebbe continuato a "foraggiarli", ma i figli avrebbero accettato regole e verifiche per assicurare al vecchio che tutti i discendenti godessero di servizi efficaci, appropriati e, pertanto, essenziali.
Purtroppo i desideri del padre sono rimasti totalmente disattesi e adesso che il nodo della sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale è venuto al pettine, per una programmazione sanitaria coerente, la politica dovrebbe rispondere a una domanda fondamentale: il governo intende restituire allo Stato la tutela della salute pubblica? Oppure vuole consegnarla definitivamente alle derive regionaliste puntellate da finanziamenti privati?
Senza analizzare le disastrose conseguenze della modifica del Titolo V della Costituzione, oggi fatti e dati smentiscono universalità, uguaglianza ed equità, i princìpi fondanti del SSN. Infatti, le diseguaglianze regionali documentano che l'universalità e l'equità di accesso ai servizi sanitari, la globalità di copertura in base alle necessità assistenziali dei cittadini, la portabilità dei diritti in tutto il territorio nazionale e la reciprocità di assistenza tra le Regioni sono solo un miraggio. Inoltre, l’attuazione dei principi organizzativi del SSN è parziale e spesso contraddittoria: la centralità della persona, la responsabilità pubblica per la tutela del diritto alla salute, la collaborazione tra i livelli di governo del SSN, la valorizzazione della professionalità degli operatori sanitari e l'integrazione socio-sanitaria presentano innumerevoli criticità.
In attesa di risposte concrete e coerenti dal nuovo Esecutivo, la Fondazione GIMBE ha lanciato il progetto Salviamo il Nostro SSN a cui tutti i protagonisti della sanità italiana, cittadini inclusi, possono contribuire attivamente, a partire dalla sottoscrizione dei seguenti princìpi:
- Un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico rappresenta una conquista sociale irrinunciabile per l'eguaglianza e la dignità di tutti i cittadini italiani.
- Le scelte politiche e le modalità di pianificazione, organizzazione ed erogazione dei servizi sanitari hanno messo progressivamente in discussione l'articolo 32 della Costituzione e i principi fondamentali del SSN.
- Il protrarsi di questo status ha determinato inaccettabili diseguaglianze, sta danneggiando la salute dei cittadini e rischia di compromettere la dignità delle persone e la loro capacità di realizzare le proprie ambizioni.
- Lamentare un finanziamento inadeguato, senza essere propositivi, fornisce un alibi per smantellare il SSN, spiana la strada all'intermediazione finanziaria e assicurativa dei privati e aumenta le diseguaglianze sociali.
Il 23 dicembre 2013 ricorre il 35° compleanno del SSN: potremo festeggiare questa grande conquista sociale? Alle Istituzioni rimane poco tempo per confermare definitivamente che la fiscalità generale concorre a finanziare un servizio sanitario realmente pubblico, equo e universalistico.
Autore: Nino Cartabellotta
Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”.
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