Vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson. Ma davvero non dovremmo somministrarli sotto i 60 anni?

Introduzione

 
 

 
Ma davvero se avessimo i vaccini di AZ e J&J in numero sufficiente per tutti non dovremmo comunque vaccinare gli under 60 ed attendere che arrivino altri vaccini? I risultati delle nostre analisi dicono di no. Vediamoli. Immaginiamo uno scenario in cui si esce dal lockdown, si ha un Rt=2 (ogni infetto contagia in media due persone; da sottolineare che in assenza di lockdown SARS-CoV-2 ha un Rt stimato di almeno 2,4) e immaginiamo anche che, molto ottimisticamente, tutti gli over 60 siano stati vaccinati e quindi siano protetti dal COVID-19.

 

Gli Italiani adulti tra i 40-59 aa sono 19 milioni e se non si vaccinano con AZ o J&J, aspettando per tre mesi un altro vaccino, circa 230mila si ammaleranno di COVID-19 (in Italia il tasso d’infezione mensile è pari allo 0.4% della popolazione). Questi, a causa di un Rt=2, a loro volta infetteranno altri 460mila individui di 40-59 aa, per un totale di circa 700mila individui. In questa fascia d’età lo 0.4% di chi contrae l’infezione va incontro a morte nelle settimane che seguono l’infezione e quindi nei tre mesi d’attesa si avranno circa 2.800 decessi. E se si vuole considerare uno scenario con Rt pari a 1 (più o meno quello attuale ottenuto dopo un lungo lockdown), ci aspettiamo 1.400 morti. Infine, diamo anche per scontato che nessuno dei 13 milioni di Italiani nella fascia 20-39 aa, anch’essi non vaccinati con AZ e J&J in attesa di altri vaccini, vada incontro a morte per COVID-19, visto il ridottissimo rischio osservato in questa fascia d’età.

Questi i costi del non vaccinare gli under 60, ed i vantaggi? Ipotizzando che siano proprio i vaccini AZ e J&J a causare la trombosi venosa cerebrale o addominale con un’incidenza di 1/100mila, non utilizzandoli nei 32 milioni di Italiani under 60 eviteremmo circa 320 casi di trombosi, una sessantina dei quali in forma letale. Quindi, il rapporto costi/benefici è dato da alcune migliaia di decessi contro alcune decine! La differenza tra il numeratore ed il denominatore non è sufficientemente clamorosa? Noi continuiamo a pensare che, se ci fosse (o se ci sarà in futuro) la disponibilità di questi vaccini, sarebbe bene somministrarli a tutti gli adulti, senza distinzione per classi d’età e senza perdere tempo. L’EMA, peraltro, non ha indicato limiti d’età per l’uso di questi vaccini né per AZ (https://www.ema.europa.eu/en/news/astrazenecas-covid-19-vaccine-ema-finds-possible-link-very-rare-cases-unusual-blood-clots-low-blood) e né per J&J (https://www.ema.europa.eu/en/news/covid-19-vaccine-janssen-ema-finds-possible-link-very-rare-cases-unusual-blood-clots-low-blood).

E’ un non senso quindi sostenere “non vacciniamo con AZ o J&J gli under 60 tanto poi li vacciniamo fra qualche mese con altri vaccini”. In quei pochi mesi diverse centinaia di migliaia di persone si ammaleranno, sovraccaricando il sistema ospedaliero, e, purtroppo, alcune migliaia moriranno. Inoltre, a causa del panico seminato dalla decisione di non usare questi vaccini negli under 60, nelle ultime settimane in Italia molti over 60 li hanno rifiutati, rimandendo non vaccinati ed aggiungendo con certezza al conteggio sopra descritto molti altri infetti e molte altre morti che sarebbero state evitabili.

Autore: Vincenzo Trischitta

 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

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