I piccoli ospedali: siamo sicuri che servano?

L’efficienza dei piccoli ospedali
La spending review del Governo Monti causerà la chiusura di molti ospedali di piccole dimensioni, con pochi posti letto e con poche specialità. Questo ha scatenato un vera e propria ribellione dei cittadini interessati e con proteste ufficiali di sindaci e varie autorità a volte francamente pittoresche. Ci sembra che la protesta sia stata avanzata “a prescindere” da un’analisi attenta dei dati disponibili. Siamo proprio sicuri, infatti, che chiudere i piccoli ospedali rappresenti un danno reale per la salute del cittadino?Autore/i
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Salvatore De Cosmo
Salvatore De Cosmo è Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo e Presidente della sezione pugliese della Società Italiana di Diabetologia. In queste vesti, si interessa di attività clinica e di ricerca in ambito endocrinologico e metabolico e di ottimizzazione dell’organizzazione sanitaria.
Il patrimonio immobiliare della sanità e la spesa pubblica
Un breve excursus sul patrimonio immobiliare del nostro servizio sanitario, ci ricorda che l’ospedale è nato quando il Governo Crispi ha riconosciuto la funzione ospedaliera a 2.000 Opere Pie già dedicate all’assistenza sanitaria; gli “ospedali” erano, quindi, realizzati principalmente in ex conventi. Successivamente, il regime fascista avviò un piano per la realizzazione di grandi opere, finanziando tra l’altro, direttamente o attraverso gli istituti di assicurazione sociale, una rete di edifici ospedalieri utilizzata in gran parte ancora oggi.Autore/i
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Raffaela Bucci
Raffaela Bucci, architetto, si occupa di edilizia sanitaria dal 1989 come direttore dei lavori dell'ospedale San Polo di Monfalcone, progettista dell'ospedale Maggiore di Trieste e coordinatore per le attività di progettazione e realizzazione di altre strutture nel Friuli e nelle Marche. Ha fatto parte della Commissione di studio, del Ministro Umberto Veronesi e dell’Arch. Renzo Piano, per la elaborazione di un nuovo modello di ospedale ad alto contenuto tecnologico ed assistenziale ed è stata direttore dell'area tecnica dell’Azienda Policlinico Umberto I di Roma. E’ rappresentante dell'Age.Na.S. nel Nucleo di Valutazione degli Investimento del Ministero della Salute.
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