Cambiamento climatico: servono mitigazione e adattamento e ognuno puo' dare una mano

Nel 2022 la temperatura terrestre è stata di 1,2° superiore a quella dell’era preindustriale. La soglia limite di 1.5 °C, dettata dall’accordo di Parigi del 2015, verrà probabilmente superata in 5 anni. In Europa nel 2022 l’aumento di temperatura è già stato maggiore, pari a 2,2°C. Ciò è dovuto all’enorme emissione di CO2 (45 miliardi di tonnellate per anno), elemento principale dei gas serra tra i quali annoverare anche il metano, CH4 e il protossido di azoto, N2O. Queste emissioni sono sostenute principalmente da trasporti (22%), attività industriali (20%), agricoltura (12%) e il riscaldamento/raffreddamento degli edifici, sia commerciali che abitativi (12%). E quali le conseguenze? 

Nel quadriennio 2017-21 si è osservato un aumento del 70% delle morti correlate al calore, rispetto al periodo 2000-04, fra le quali rientrano quelle causate dalle ondate straordinarie di caldo di cui abbiamo già parlato. L’alta temperatura, infatti, aumenta il rischio di morte sia causato da diverse malattie (cardiovascolari, infettive, mentali) sia per un incremento degli incendi (aumentati del 61%) che contribuisce insieme alla siccità a ridurre la produzione e la distribuzione di cibo. Inoltre, gli economisti ci dicono che tra giorni di lavoro persi e decessi l’aumento della temperatura ha comportato una perdita di ricchezza mondiale di circa 800 miliardi di dollari. E, come accade per altre condizioni sfavorevoli, la gran parte del costo economico e sociosanitario ricade sul 50% della popolazione mondiale meno ricca, responsabile “solo” del 10% delle emissioni totali di gas serra (il 10% più ricco, di contro, produce circa il 50% delle emissioni).

Che fare? Servono misure per ridurre, fino ad annullare l’emissione di gas serra (MITIGAZIONE) ma, se ci muoviamo subito e bene, ci vorranno alcuni decenni per veder scendere la temperatura terrestre. Ed allora, nel frattempo, bisogna riuscire a difendersi da questi livelli di calore, riducendone gli effetti negativi (ADATTAMENTO).

Esempi di MITIGAZIONE nei settori del trasporto, lavoro, edilizia ed alimentazione passano attraverso l’incentivazione

  • dell’uso del trasporto pubblico, riducendone significativamente i costi.
  • di smart working, tramite adeguate normative.
  • del miglioramento dell’isolamento termico degli edifici, con il sostanziale contributo di fondi pubblici.
  • di modifiche delle abitudini alimentari, riducendo drasticamente l’uso di proteine animali (che peraltro fa bene anche alla salute personale).

Queste misure ridurrebbero la produzione di gas serra nei quattro comparti di circa il 40-80%.

Gli esempi di ADATTAMENTO, passano invece attraverso politiche sanitarie (in Italia il Ministero della Salute ha predisposto quest’anno un piano di prevenzione degli effetti delle ondate di calore, ma solo per 27 degli oltre 100 capoluoghi) e delle acque (il FAI calcola che i nostri acquedotti perdono il 41% delle acque che vi transitano).

Noi cittadini possiamo contribuire direttamente sulla mitigazione (su trasporto pubblico, smart working e alimentazione) e sull’adattamento con comportamenti personali che abbiamo già descritto. Ma possiamo (e dovremmo) anche chiedere con forza che chi amministra le comunità locali e nazionali si muova nella giusta direzione con precise pianificazioni ed investimenti adeguati.

Autore: Vincenzo Trischitta

 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

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