IL COVID-19 si batte solo vaccinando tutta la popolazione mondiale. Ognuno faccia il suo

Siamo nel pieno della quarta ondata e cominciamo a preparare la quarta dose di vaccino. Certo, la situazione è molto migliore dello scorso anno e nessuno sano di mente può negarlo. Ma è pur vero che le speranze erano migliori. Si, ci si aspettava un incremento dei contagi con l’inverno ma Omicron ha fatto saltare tutte le previsioni. E chi ci assicura che tra 3 o 6 mesi non ci sarà un’altra variante ancora più contagiosa nata in un altro paese a basso tasso di vaccinazione?

L’avevamo detto diversi mesi addietro, la soluzione definitiva nei confronti del COVID-19 (nel senso di farla diventare entro 1-2 anni una malattia endemica a basso rischio di mortalità come la normale influenza stagionale) passa obbligatoriamente attraverso la vaccinazione di tutta la popolazione mondiale. Alternativamente è probabile che ci si arrivi lo stesso ma in tempi molto più lunghi, con qualche milione di decessi in più e con un maggior danno per l’economia mondiale, che graverà soprattutto sui paesi più poveri e all’interno di ogni singolo paese sugli individui e i gruppi più deboli.

L’OMS insiste sulla necessità di vaccinare il 70% della popolazione mondiale entro la metà del 2022 ma siamo in ritardo e d’altra parte la proposta dell’organizzazione mondiale del commercio di una moratoria sui diritti sulla proprietà intellettuale per tutte le tecnologie riguardanti la lotta alla pandemia (quindi, vaccini inclusi) è stata contrastata purtroppo con successo da molti paesi ricchi (US e EU in testa) anteponendo, come chiaramente argomentano Ghosh e Mazzucato, il diritto alla proprietà intellettuale a quello alla salute e mettendo a rischio la ripresa economica. E se anche non si vuole seguire questa strada così “rivoluzionaria”, perché non lo paghiamo noi, paesi ricchi ed occidentali, questo piano Marshall del XXI secolo? Il costo stimato di una vaccinazione a tappeto, incluse le voci di organizzazione e logistica, è intorno ai 50 miliardi di dollari.

Una cifra ridicola, rispetto, per esempio, al PNRR di un piccolo paese come l’Italia, o rispetto agli investimenti proposti da Biden in US, vicini a 2000 miliardi di dollari! Se anche non vogliamo farlo per un senso di giustizia nei confronti dei poveri del mondo, non capiamo che ci torna utile per salvare le nostre economie? Possibile che gli US, con il democratico Biden, non si intestino questa battaglia? Italia, Francia, Germania non capiscono che dovrebbero utilizzare la loro leadership per provare a trascinare l’intera EU in questa campagna? E noi, cittadini comuni, nel frattempo possiamo fare qualcosa? Si, possiamo dare 4 (solo 4!) euro per donare un vaccino ai paesi poveri tramite COVAX, un’associazione filantropica specificamente dedicata all’obiettivo che comprende diverse organizzazioni internazionali incluse OMS ed UNICEF.

Anzi, in questo momento della campagna di raccolta fondi, per ogni vaccino donato la Elma Foundation (altra organizzazione dedicata a vaccini ed immunizzazioni contro il COVID-19) ne donerà un secondo, raddoppiando quindi l’effetto che produciamo. Ascoltatemi, conviene, per il benessere economico, vostro e dei vostri figli e nipoti. Correte a donare un vaccino, ognuno faccia il suo!

Autore: Vincenzo Trischitta

 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

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