E' stato pubblicato il 19/04/20

Telemedicina: la medicina a casa tua

Dicono che niente sarà più come prima, dopo la COVID-19. E alcune cose potrebbero essere anche migliori. Per restare a quelle di ordine pratico, molte attività potrebbero essere svolte, almeno in parte, da remoto, risparmiando tempo e stress e riducendo inquinamento e sfruttamento di risorse. In alcuni casi, le attività da remoto potrebbero anche rendere più fruibili alcuni servizi, non esattamente facili da ottenere a causa di distanze fisiche difficili da colmare, soprattutto se in tempi contingentati. A questa categoria fa, per esempio, riferimento la telemedicina di cui tratta la nota odierna.
Marina Valenzano

Marina Valenzano è medico specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo. Attiva particolarmente nell’ambito delle tecnologie per la cura del diabete mellito, attualmente collabora su progetti di ricerca ed assistenziali con il servizio di Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo ed il Dipartimento di Scienze Mediche presso la Città della Salute e della Scienza di Torino.

E' stato pubblicato il 13/04/20

Salute o lavoro?

La pandemia di COVID-19 pone nuovi problemi di organizzazione sociale o riporta alla giusta attenzione alcuni di quelli già noti ma mai risolti. Uno tra i più importanti si riferisce alla scelta fra diritti che, se pur legittimi, entrano tra loro in conflitto in alcune circostanze. E quando uno dei diritti è quello alla salute si sta davvero in bilico su un filo sospeso nel vuoto. Il dilemma fra salute e privacy viene discusso in una delle due "letture consigliate" che si riferisce ad un articolo di Yuval Noah Harari (http://www.fivehundredwords.it/letture-consigliate). In questa nota, invece, affrontiamo il dilemma fra salute e lavoro, argomento spinosissimo e molto dibattuto negli ultimi anni (per esempio a proposito della faccenda ILVA) che ora torna di prepotenza nel dibattito pubblico a causa della COVID-19.
Luciano Butti
Luciano Butti, avvocato, insegna diritto internazionale dell'ambiente all'Università di Padova. In passato è stato magistrato per 13 anni e, nel 2007, Visiting Scholar presso l'Università di Cambridge e il Clare Hall College. Si occupa da sempre dei legami fra diritto, scienza e nuove tecnologie, tanto in pubblicazioni accademiche che nella divulgazione.Ritiene che, sempre nel rispetto dei diversi ruoli, occorra 'più scienza' nelle decisioni dei giudici e della politica.
E' stato pubblicato il 25/03/20

COVID-19 e mancata protezione degli operatori sanitari: un boomerang letale

Li chiamiamo eroi, i nostri professionisti sanitari (medici, infermieri, farmacisti, etc.). Li applaudiamo dalle finestre, qualcuno li propone per il Nobel per la pace ma poi non siamo riusciti a proteggerli dal COVID-19. Nessuno si scorda che mancava l'esperienza per contrastare adeguatamente una valanga del genere ma si chiede che quanto accaduto insegni qualcosa per il futuro. La nota di oggi si riferisce soprattutto alla carenza dei dispositivi di protezione e all’esecuzione dei tamponi, ma si potrebbero aggiungere anche altre considerazioni sull’aiuto che in occasioni come queste si dovrebbe garantire ai professionisti sanitari, come supporto psicologico, alloggi temporanei, facilitazioni negli spostamenti e negli approvvigionamenti di beni di prima necessità, aiuto nella gestione di parenti malati o non indipendenti e tanto altro ancora. Ricordiamocelo per esser pronti per una prossima volta.
Nino Cartabellotta

Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”. 

E' stato pubblicato il 23/03/20

Il finanziamento della ricerca scientifica sulle malattie virali in Italia – Impariamo dal COVID-19 per un futuro migliore

Si legge della speranza che questa negativa esperienza della COVID-19 possa farci riflettere così da rimediare ad errori precedenti sulle priorità da dare alla nostra organizzazione sociale. Da ottimista patologico (non è mia!), credo possa essere vero. Una delle priorità che il nostro Paese non si è mai dato è un adeguato investimento sulla ricerca scientifica. La nota di oggi fa il punto sulla ricerca nel campo delle malattie virali che ha sofferto particolarmente del problema ma le raccomandazioni e gli auspici possono essere estesi a tutti i settori della ricerca scientifica che, incredibilmente, è stata poco finanziata.
Guido Poli
Guido Poli è Professore Ordinario di Patologia Generale presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Ha cominciato a fare ricerca su HIV/AIDS nel 1983 presso l’Istituto “Mario Negri” di Milano. Dal 1986 al 1993 ha lavorato a Bethesda (USA) al National Institute of Allergy and Infectious Diseases diretto da Anthony S. Fauci, leader mondiale nella lotta alle malattie infettive. Nel 1994 fonda, insieme ad Elisa Vicenzi, l’Unità d’Immunopatogenesi dell’AIDS all’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano dove tutt’ora entrambi lavorano.
E' stato pubblicato il 16/03/20

COVID19 – Descrizione di un nuovo patogeno e di una nuova malattia

Abbiamo un’epidemia da malattia virale. C’è tanta preoccupazione per la tenuta del nostro pur valido sistema sanitario e per la salute di tutti, soprattutto i più fragili. Vogliamo provare a dare un modesto contributo descrivendo la natura ed il nome del nuovo virus, il nome della nuova malattia e le indicazione dell’OMS e del nostro Governo. Niente di più perché non vogliamo aggiungerci al “rumore” spesso insopportabile prodotto da presunti esperti che non riescono a non dire la loro. A qualunque costo, anche quando non ci sono notizie certe da dare e con questo virus di certezze ne abbiamo ancora davvero poche. Solo un esempio, le informazioni sulla letalità del virus cioè il rapporto tra pazienti che muoiono (al numeratore) e pazienti affetti (al denominatore), quindi N° di morti/N° di affetti. Bene, non abbiamo dati certi né sul numeratore, né sul denominatore. Infatti, sul numeratore, nessuno sa quanti pazienti sono morti per colpa del virus e quanti invece, pur infetti, sono morti per altri motivi. E sul denominatore, è pacifico che il numero d’infetti sia molto ma molto maggiore di quello che è stato accertato, per il semplice fatto che in una percentuale di casi non irrilevante il virus causa pochi o nessun sintomo e la malattia non è, quindi, diagnosticata. Ne conseguono due fatti certi: 1. la letalità oggi non è calcolabile con precisione; 2. i calcoli di oggi sovrastimano certamente la letalità reale (molto verosimilmente abbiamo numeratore più piccolo e denominatore più grande). Ma nonostante ciò dai giornalisti, ai colleghi medici e/o ricercatori di vario ordine e natura si sentono numeri e percentuali a pioggia. Ma perché su questo punto non parlano solo gli epidemiologi, magari solo quelli esperti in malattie infettive? Volete un buon consiglio? Consultate i siti ufficiali dell’organizzazione mondiale della sanità (www.who.int), dell’Istituto Superiore di Sanità (www.epicentro.iss.it) e del Ministero della Salute (www.salute.gov.it) e se dovete ascoltare qualcuno che fa previsioni, che sia un epidemiologo. E nel frattempo…#iorestoacasa.

Eleonora Morini
Eleonora Morini è Medico, Specialista in Endocrinologia, e Dottore di Ricerca in "Scienze Endocrinologiche". Durante tutta la sua formazione universitaria ha svolto attività di ricerca sulla genetica del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari, che continua ancora a svolgere mentre esercita la propria attività clinica come Specialista Ambulatoriale.
E' stato pubblicato il 09/03/20

E SE IN OSPEDALE MI CURA UNO SPECIALIZZANDO?

Mi ricordo che in Sicilia appena laureato mi accorsi che per i pazienti esistevano quattro categorie di medici, quasi di “sciasciana” derivazione, che in ordine d’importanza erano indicati come “duttureddu”, “dutturi”, “prufissuri” e “prufissuruni”. Io ovviamente ero all’ultimo posto e mordevo il freno perché pensavo di non meritarmi il diminutivo (o forse era un vezzeggiativo?). Ma poi, col tempo, mi feci una ragione del fatto che, per i pazienti, capire nelle mani di chi era affidata la loro salute era un’esigenza irrinunciabile e che la classificazione aveva un suo ruolo di chiarificazione. Oggi, soprattutto negli ospedali universitari, la situazione è meno articolata: ci sono gli specializzandi e tutti gli altri sono…professori! Ma questi specializzandi chi sono, esattamente? Che studi hanno fatto e stanno facendo? La nota di oggi porta un pò di chiarezza.

Marina Valenzano

Marina Valenzano è medico specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo. Attiva particolarmente nell’ambito delle tecnologie per la cura del diabete mellito, attualmente collabora su progetti di ricerca ed assistenziali con il servizio di Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo ed il Dipartimento di Scienze Mediche presso la Città della Salute e della Scienza di Torino.

E' stato pubblicato il 02/03/20

INTERSOS 24 a Roma: un servizio di sostegno e assistenza aperto a tutti.

INTERSOS è un’organizzazione umanitaria italiana, con sede a Roma, che si occupa di aiutare le popolazioni che subiscono violenza, che sono afflitte dalle conseguenze delle guerre e che devono essere supportate dopo disastri naturali. Al momento, le missioni di INTERSOS sono attive in 16 Paesi del mondo. Oggi facciamo volentieri da tramite per far conoscere le attività di INTERSOS a Roma, con particolare riferimento a quelle in ambito sanitario.
Cristina Parrino
Cristina Parrino, medico specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, ha esperienza nazionale e internazionale nella gestione clinica di pazienti con malattie endocrine, nella ricerca e nell’industria farmaceutica. Svolge attività di diabetologo volontario presso INTERSOS 24 a Roma e FAND sede di Milano. Dal 2019 è Medical Editor dell’area Endo-Diabete della rivista “Medici Oggi” della Casa Editrice Springer.
E' stato pubblicato il 03/02/20

In tema di prevenzione cardiovascolare: forse non tutti sanno che…donne e uomini non sono uguali

Dopo anni di disinteresse, le differenze di genere in medicina sono state finalmente messe nel mirino. Ne abbiamo già accennato su 
http://www.fivehundredwords.it/argument/it-la-medicina-di-genere-un-appello.
 Torniamo a parlarne con specifico riferimento alle malattie cardiovascolari.
Cecilia Politi
Cecilia Politi, direttore del reparto di Medicina Interna dell’ Ospedale ” F. Veneziale”- di Isernia è responsabile della “Area di "Medicina di Genere “ della F.A.D.O.I. (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), referente per la Medicina di Genere della Regione MOLISE ed insegna Medicina Interna ed Endocrinologia all’ “Università La Sapienza” - Polo didattico del Molise. S’impegna per diffondere la “cultura di genere” non solo tra gli operatori sanitari ma anche nella popolazione generale perché ciò garantisce l’equità e l’appropriatezza delle cure.
E' stato pubblicato il 06/01/20

Clima e malattie – La salute della Terra condiziona la salute dell’umanita'.

Lo scorso Novembre, la rivista The Lancet ha pubblicato un report il cui solo titolo desta preoccupazione “Countdown on health and climate change: ensuring that the health of a child born today is not defined by a changing climate” (conto alla rovescia su salute e modifiche climatiche: fare in modo che la salute di un bimbo che nasce oggi non sia determinata dai cambiamenti climatici).
 https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(19)32596-6/fulltext.
 
 Qui lo descriviamo in breve.
Vincenzo Trischitta
 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

E' stato pubblicato il 02/12/19

Omeopatia: spiegare, spiegare e ancora spiegare

Non poche delle persone che conosco credono nell’omeopatia o addirittura ne usano i prodotti. Tra questi anche colleghi medici! Giornali prestigiosi dedicano attenzione all’argomento con un atteggiamento cerchiobottista per un malinteso tentativo di essere “neutrali” fra tesi diverse. Alcune prestigiose università dedicano master all’omeopatia, quando basterebbe una mezza lezione per smontarne le risibili basi scientifiche (diluire in acqua un milione di volte o più una sostanza che si suppone avere proprietà terapeutiche) e far chiaro che si tratta di una pratica del tutto inefficace. Forse in qualche caso c’è anche dell’altro ma certamente c’è spesso tanta ignoranza. E l’unica cosa da fare, quindi, è spiegare, spiegare e ancora spiegare.
Vincenzo Trischitta
 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

E' stato pubblicato il 18/11/19

Un progetto mondiale per rafforzare il ruolo delle evidenze scientifiche nel futuro della ricerca e della sanita'

Il metodo scientifico rappresenta la via maestra per il miglioramento delle conoscenze in tutti i campi del sapere. La medicina ha tratto grande vantaggio da un approccio razionale e sistematico che prevede che ogni atto diagnostico e terapeutico sia basato su evidenze scientifiche, se disponibili (si chiama evidence-based medicine o evidence-based healthcare). Il famoso detto “alla luce della mia esperienza” dei grandi clinici di una volta, per fortuna, ha sempre meno cittadinanza nelle pratica clinica odierna. Ma si può fare di più verificando che le evidenze scientifiche siano realmente tali, che siano anche utilmente implementate nella pratica clinica e che siano diffuse anche al di fuori del mondo biomedico, arrivando fino ai decisori politici e ai pazienti che ne devono beneficiare. La Fondazione GIMBE si muove in questa direzione e volentieri pubblichiamo la nota odierna che ci aggiorna su queste attività.
Nino Cartabellotta

Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”. 

E' stato pubblicato il 19/08/19

Ebola, servono interventi sul campo ma anche buona informazione

Dopo quella in Guinea del 2014 di cui avevamo parlato in una nostra precedente nota (http://www.fivehundredwords.it/ultimissime/it-resoconto-dei-primi-9-mesi-di-epidemia-da-virus-ebola-nellafrica-occidentale) è in corso un’altra epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo. Anche nella scorsa occasione l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva sottolineato come l’esplosività dell’epidemia fosse dipesa dall’inadeguato controllo della sua diffusione, ma questa volta è pure peggio per il contesto di guerra e di sfiducia della popolazione che si sente isolata e che rendono più difficile combattere la malattia. E da noi che percezione si ha della faccenda? Siamo informati in maniera adeguata su ciò che accade in Africa? Parrebbe di no e…si torna a dar ragione a Socrate: “Esiste un solo bene, la conoscenza; ed un solo male, l’ignoranza”.

Luca De Fiore
Luca De Fiore è direttore del Pensiero Scientifico Editore dal 1992. Nel 2000 ha contribuito a fondare la web agency Think2it che si occupa di comunicazione multimediale sulla salute e sulla medicina. E' stato presidente della Associazione Alessandro Liberati - Network Italiano Cochrane, che si interessa di promozione della medicina basata sulle evidenze e di coordinamento delle attività della Cochrane Collaboration in Italia. Cura il blog http://dottprof.com e dirige la rivista mensile indicizzata Recenti progressi in medicina (www.recentiprogressi.it).
E' stato pubblicato il 24/06/19

Eutanasia – Un po' di chiarezza

Eutanasia, suicidio assistito, suicidio tout court, sono temi enormi che una società evoluta dovrebbe affrontare con capacità di ascolto di chi soffre e con l’aiuto di esperti delle varie discipline inevitabilmente coinvolte (medici, psicologici, bioeticisti, giuristi, etc.). Con questa nota, approfittando di un caso di cronaca inizialmente mal riportato dalla stampa, diamo il nostro modesto contributo al dibattito, cercando di fare un po’ chiarezza.
Mauro Capocci
Mauro Capocci è laureato in filosofia, dottore di ricerca in Storia della scienza e ricercatore e docente nell'Unità di Storia della Medicina e Bioetica dell’Università “Sapienza” di Roma. Si occupa prevalentemente di storia della biomedicina contemporanea e del rapporto fra scienza e società.
E' stato pubblicato il 19/06/19

E' nato il Patto Trasversale per la Scienza!

Ne avevamo parlato lo scorso gennaio su http://www.fivehundredwords.it/argument/it-serve-un-patto-trasversale-per-la-scienza come un esempio virtuoso occorso negli USA e come un auspicio per il nostro Paese, generalmente indietro rispetto ai più evoluti quando si tratta di sponsorizzare la scienza e di finanziarla. Ma ogni tanto le cose vanno per il verso giusto e, finalmente, è nato in Italia il Patto Trasversale per la Scienza (PTS). Adesso ci torniamo perché il PTS, per essere il più incisivo possibile, ha bisogno di essere supportato con la disponibilità individuale al coinvolgimento operativo e con finanziamenti.
Vincenzo Trischitta
 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

E' stato pubblicato il 27/05/19

Solo un sano pragmatismo puo' salvare il SSN – 4. Il caso del diabete tipo 2

La serie del “sano pragmatismo per salvare il SSN” continua e si concentra questa volta sulla gestione del paziente diabetico, tema di estrema rilevanza per i costi sociali ed economici che comporta. Oggi si confrontano due punti di vista diversi, entrambi sostenuti da evidenze scientifiche. Da una parte si suggerisce che i pazienti diabetici siano presi in carico da figure professionali non mediche che costano meno e dall’altra, invece, si difende l’attuale sistema organizzativo italiano in forza degli eccellenti risultati finora raggiunti, centrato sul medico specialistico che opera all’interno di centri diabetologici. Noi aggiungiamo che i due sistemi non ci sembrano necessariamente alternativi; pazienti diversi per gravità di malattia, capacità culturali ed attitudinali e aspettativa di durata della loro vita, possono probabilmente essere aiutati tramite approcci diversi, ottimizzando così le risorse economiche, strutturali e umane. Servono capacità al confronto e ancora altre ricerche per offrire dati solidi a chi amministra la cosa pubblica sperando in una visione proiettata sul futuro che abbia a cuore l’interesse generale. 

Ubaldo Montaguti

Ubaldo Montaguti svolge attività di ricerca ed organizza incontri di studio e corsi di formazione sui servizi sanitari nell’ambito della Sezione di Sanità Pubblica e Management Sanitario dell’Accademia Nazionale di Medicina di cui è responsabile scientifico.

Marco Giorgio Baroni
Marco Giorgio Baroni ha lavorato al Medical College of St Bartholomew’s Hospital di Londra, dove ha conseguito il PhD in Medical Genetics, all’Università di Cagliari e all’Università Sapienza di Roma, dove è attualmente Professore Associato di Endocrinologia. I suoi interessi di ricerca sono rivolti allo studio della genetica e fisiopatologia del diabete e dell’aterosclerosi. E’ Coordinatore del gruppo di studio intersocietario Diabete e Aterosclerosi della Società Italiana di Diabetologia (SID) e della Società per lo Studio dell’Aterosclerosi (SISA), ed è Presidente della sezione Regionale della Società Italiana di Diabetologia-Lazio.
E' stato pubblicato il 29/04/19

Da Sergio a Greta: cosa e' cambiato nel mondo dell’autismo?

L’autismo è un disordine neurologico che danneggia lo sviluppo funzionale del sistema nervoso nei primi anni di vita e che può avere espressività diverse, fino a forme molto gravi. Per le famiglie di questi bambini si tratta di affrontare realtà dure e faticose e spesso ciò accade in una società che per mera ignoranza non riesce a garantire i giusti supporti quando addirittura non arrivano le discriminazioni. Oggi è meglio di qualche anno addietro, ma non basta. E certo leggere le difficoltà cui questi pazienti e i loro familiari vanno incontro ancora oggi, addirittura anche nella civilissima Svezia, lascia attoniti e sottolinea l’importanza dell’informazione e della divulgazione per aumentare la sensibilità nei confronti del fenomeno.
Mauro Paissan
Mauro Paissan, giornalista professionista con esperienze lavorative in giornali e televisioni, è stato deputato per tre legislature e per undici anni componente del Garante privacy. Tiene un corso di Deontologia del giornalismo presso l’Università Sapienza di Roma. E’ socio fondatore e consigliere dell’Associazione di volontariato “Una breccia nel muro”, specificamente dedicata ai disturbi dello spettro autistico.
E' stato pubblicato il 09/04/19

L'affaire vaccini: un problema di responsabilita' individuale e di fiducia!

Visto il ruolo sempre maggiore che la scienza assume nella vita quotidiana della gente, la faccenda dei vaccini è emblematica di come una società democraticamente evoluta ed articolata sia “costretta” ad interessarsi di aspetti normalmente coltivati solo dagli esperti. La nota di oggi ci dimostra come sull’affaire vaccini, al netto delle farneticazioni antiscientifiche No-Vax che qui ovviamente non trovano posto, si possono registrare posizioni ugualmente competenti ma chiaramente diverse su un aspetto centrale del problema, quale quello delle modalità più idonee per garantire un’alta percentuale di copertura vaccinale. Si sposta il riflettore dalle responsabilità politiche, sottolineate recentemente dalla Fondazione Gimbe http://www.fivehundredwords.it/post/it-laffaire-vaccini-in-eta-pediatrica-ignoranza-e-sciatteria a quelle individuali (posso permettermi di non vaccinarmi, esponendo così altri individui al rischio di ammalarsi?) ed a quelle della classe medico-scientifica che forse dovrebbe porsi qualche domanda sulla credibilità di cui gode presso i cittadini. A noi non sembrano tesi necessariamente alternative ma quello che certamente emerge ancora una volta è l’assoluta necessità che su questi temi la popolazione sia informata in maniera puntuale, scientificamente corretta e in assenza di conflitti d’interesse. Si chiama divulgazione scientifica indipendente.
Ubaldo Montaguti

Ubaldo Montaguti svolge attività di ricerca ed organizza incontri di studio e corsi di formazione sui servizi sanitari nell’ambito della Sezione di Sanità Pubblica e Management Sanitario dell’Accademia Nazionale di Medicina di cui è responsabile scientifico.

E' stato pubblicato il 03/04/19

L’affaire vaccini in eta' pediatrica: ignoranza e sciatteria!

E’ più forte di noi! Quando si tratta di salute pubblica è difficile che il nostro Paese assuma atteggiamenti rigorosi e coerenti. Abbiamo assistito negli ultimi anni a esempi clamorosi e questo dei vaccini si sta configurando come uno dei più clamorosi. Perciò accogliamo con piacere la nota della Fondazione GIMBE che richiama la politica alle proprie responsabilità sull’argomento vaccini. Responsabilità mal gestita se le indicazioni che vengono dalla politica cambiano costantemente, quasi quotidianamente, tanto che quello che si scrive oggi, a partire da questa nota, potrebbe non essere più perfettamente aggiornato già domani. Ma davvero pensiamo che si possa gestire con tanta ignoranza e sciatteria la salute della gente?
Nino Cartabellotta

Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”. 

E' stato pubblicato il 25/03/19

Il conflitto d’interessi in medicina

In una società articolata il conflitto d’interessi esiste in tutte le attività e il mondo della biomedicina non fa eccezione. Ne abbiamo parlato a proposito dai compensi che i medici ricevono dalle industrie farmaceutiche (http://www.fivehundredwords.it/argument/it-saranno-pubblici-i-compensi-ai-medici-delle-industrie-farmaceutiche-ma-davvero) ma tornarci sopra è utile, anche perché medici e scienziati, con le dovute eccezioni, non è che proprio facciano di tutto per affrontare adeguatamente il problema. E allora in occasione della pubblicazione di un libro dedicato all’argomento, edito da il Mulino (https://www.mulino.it/isbn/9788815279880) abbiamo chiesto un intervento ad uno degli autori che ha deciso di raccontarci “cosa ho imparato…scrivendo di conflitti d’interesse”. Ha imparato come noi medici e tutti gli altri portatori di interessi, tentiamo di difenderci, chiudendoci in difesa. Come ben sanno però gli intenditori di calcio, se fai così prima o poi il gol lo becchi ed in questo caso è un gol contro gli interessi della società. 
Luca De Fiore
Luca De Fiore è direttore del Pensiero Scientifico Editore dal 1992. Nel 2000 ha contribuito a fondare la web agency Think2it che si occupa di comunicazione multimediale sulla salute e sulla medicina. E' stato presidente della Associazione Alessandro Liberati - Network Italiano Cochrane, che si interessa di promozione della medicina basata sulle evidenze e di coordinamento delle attività della Cochrane Collaboration in Italia. Cura il blog http://dottprof.com e dirige la rivista mensile indicizzata Recenti progressi in medicina (www.recentiprogressi.it).
E' stato pubblicato il 11/03/19

Solo un sano pragmatismo puo' salvare il SSN 3. Il caso delle "nonne antidepressione" in Zimbabwe

Continua la serie sulla necessità di un sano pragmatismo per salvare il nostro SSN. Una delle diverse strade percorribili è quella di rivolgersi per alcune patologie specifiche e per specifici interventi sanitari ad altre figure professionali rispetto a medici e infermieri che sono spesso carenti e che hanno costi molto elevati. Già qualche anno addietro avevamo portato l’esempio del coinvolgimento degli assistenti sociali per l’individuazione di soggetti ad elevato rischio cardiovascolare in quattro paesi a basso reddito (Bangladesh, Guatemala, Messico e Sud Africa) con risultati ottimi http://www.fivehundredwords.it/ultimissime/it-contrastare-le-malattie-non-trasmissibili-senza-lintervento-di-medici-ed-infermieri-e-possibile-e-si-risparmia-pure
Stavolta, invece, sono state coinvolte le nonne per curare la depressione in Zimbabwe e i risultati sono incoraggianti.
Ubaldo Montaguti

Ubaldo Montaguti svolge attività di ricerca ed organizza incontri di studio e corsi di formazione sui servizi sanitari nell’ambito della Sezione di Sanità Pubblica e Management Sanitario dell’Accademia Nazionale di Medicina di cui è responsabile scientifico.

E' stato pubblicato il 25/02/19

Solo un sano pragmatismo puo' salvare il SSN - 2

Già alcuni anni addietro Ubaldo Montaguti ci diceva che è impossibile assicurare a “tutti i cittadini tutte le prestazioni assistenziali e tutte di qualità ottimale” (http://www.fivehundredwords.it/argument/it-solo-un-sano-pragmatismo-puo-salvare-il-ssn). Sembrerebbe una considerazione scontata ma evidentemente non lo è. Negli ultimi 70 anni in tema di diritto alla salute siamo passati dal “tutto ciò che è efficace dovrebbe essere garantito gratuitamente” del pioniere dell’epidemiologia sanitaria Archibald Cochrane al “tutto ciò che ha un adeguato rapporto costo-efficacia dovrebbe essere garantito gratuitamente” di Alan Williams al più prosaico “tutto ciò che è sostenibile dovrebbe essere garantito gratuitamente” degli economisti sanitari di oggi. Ma per tradurre in pratica questa regola e salvare un SSN come il nostro che resta, comunque, uno dei migliori al mondo bisogna avere competenza, una visione chiara del diritto alla salute che guidi nell’intraprendere inevitabili e a volte dolorose scelte e…un sano pragmatismo. Ricominciamo a parlarne con la nota di oggi e continueremo nel corso dei prossimi mesi.
Ubaldo Montaguti

Ubaldo Montaguti svolge attività di ricerca ed organizza incontri di studio e corsi di formazione sui servizi sanitari nell’ambito della Sezione di Sanità Pubblica e Management Sanitario dell’Accademia Nazionale di Medicina di cui è responsabile scientifico.

E' stato pubblicato il 11/02/19

Sigarette elettroniche: buone notizie ma attenzione ai giovani

Nel 2018 il Public Health England, ente governativo che mira al mantenimento della salute dei cittadini dell’UK, ha pubblicato un report sulle sigarette elettroniche (e-sigarette). 

All’inizio del mese in corso il prestigiosissimo New England Journal of Medicine pubblica un articolo  di autori inglesi ed americani sull’uso delle e-sigarette per smettere di fumare accompagnato da due editoriali molto accesi.

L’argomento, che avevamo già trattato http://www.fivehundredwords.it/post/it-e-cigarettes-si-o-no merita un aggiornamento che sottolinei i dubbi che ancora permangono ma anche qualche certezza per evitare che finisca sottovalutata in mezzo alle guerre di religione che, in presenza di riflessi economici importanti, fanno in fretta a scatenarsi.

Vincenzo Trischitta
 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

E' stato pubblicato il 04/02/19

Fondi sanitari: integrativi di nome, sostitutivi di fatto

Abbiamo già affrontato il tema della sanità integrativa (http://www.fivehundredwords.it/argument/it-il-mantra-della-sanita-integrativa-vera-necessita-o-sapiente-strategia-di-marketing). Ma conviene tornarci perché la situazione resta critica tanto da essere inserita in un rapporto della Fondazione GIMBE tra gli elementi principali che mettono a rischio la sopravvivenza del nostro SSN, almeno nella sua accezione universalistica. Volentieri pubblichiamo la nota di oggi che riprende gli elementi essenziali del rapporto GIMBE nell’idea che conoscere e capire sia l’unica strada per difendersi dal consumismo sanitario, dall’eccesso di medicalizzazione e dallo sperpero di danaro che una politica distratta e un mondo dell’impresa per lo meno cinico concorrono a sostenere.
Nino Cartabellotta

Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”. 

E' stato pubblicato il 21/01/19

L’entrata in commercio dei farmaci oncologici – Un esempio di come le cose non dovrebbero andare.

I farmaci oncologici aumentano durata e/o qualità della vita? Secondo le attività regolatorie sia americane (Food and Drug Administration, FDA) che europee (European Medicines Agency, EMA) non c’è bisogno di avere la risposta a questa domanda prima dell’entrata in commercio dei farmaci. Questa storia è davvero incredibile, leggetela.
Vincenzo Trischitta
 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

E' stato pubblicato il 07/01/19

Serve un patto trasversale per la scienza

La scienza, come qualunque altra forma di conoscenza, dovrebbe essere riconosciuta come un bene universale dell’umanità. Coerentemente i Paesi più evoluti sono quelli a maggior tasso di scientificità, con minor spazio nei confronti pubblici a credenze e miti e con le più alte percentuali dei propri PIL dedicati al finanziamento della scienza. L’Italia, lo sappiamo, arranca e bisogna quindi tener viva l’attenzione sul problema. Oggi lo facciamo con questa nota che ci riferisce di un esempio virtuoso recentemente occorso negli USA.
Guido Silvestri
Guido Silvestri, medico è Professore Ordinario di Patologia Generale alla Emory University di Atlanta (USA), dove è uno dei dodici scienziati che detengono il prestigioso titolo di Georgia Research Alliance Eminent Scholar. Dal 2013 è editore di Journal of Virology, la più antica e citata rivista di virologia al mondo, e dal 2018 è presidente del consiglio scientifico dell'ANRS, l’agenzia di stato francese che si occupa di AIDS, epatiti, e malattie infettive emergenti.
E' stato pubblicato il 17/12/18

Comunicazione su salute e scienza biomedica - La battaglia di Fort Alamo.

Certo accade più di qualche anno addietro, ma di salute e scienza biomedica si parla sempre troppo poco. E’ indispensabile che giornalisti, scienziati e divulgatori entrino in campo e si sporchino le braghette per giocare la partita contro gli atteggiamenti antiscientifici e la disinformazione sistematica. Ma attenti alle magliette che indossiamo altrimenti si rischia di confondere compagni e avversari e di fare…autogol!
Gerardo D'Amico
Laureato in Scienze Politiche, responsabile del settore Salute per Rainews24, conduce BastaLaSalute, settimanale di sanità e salute per la all-news della Rai. Membro onorario della Società Italiana di Pediatria, Premio Pace Aiom per il giornalismo scientifico. Autore di “La Salute in Tasca” edizioni Mursia.
E' stato pubblicato il 10/12/18

Perche' la Biodinamica e' rigettata dalla scienza?

Il Politecnico di Milano avalla un convegno dove si parla di…biodinamica, una pratica basata in parte sull’ esoterismo! Negli anni scorsi altre prestigiose università italiane avevano percorso questa strada. La senatrice Cattaneo ne chiede conto, in maniera veemente, al rettore che immaginiamo (comprensibilmente) ignaro ma che, forse temendo di essere accusato di censura, non annulla comunque il convegno. E invece di vedere un coro di voci univoco alzarsi contro l’opportunità che una struttura accademica dia spazio alla biodinamica abbiamo dovuto assistere ad una serie di distinguo che, anche quando in buona fede ed anche quando concentrati su alcuni aspetti rivedibili delle critiche, fanno del male alla verità, confondono i cittadini, rendono peggiore la nostra società. Questa è una di quelle occasioni in cui davvero non ci si può non schierare. O da una parte o dall’altra, rimandando ad altri momenti i distinguo. Noi lo facciamo con la nota odierna.
Enrico M. Bucci
Enrico Bucci, Ph.D. in Biochimica e Biologia molecolare, è stato ricercatore presso l’istituto IBB (CNR) fino al 2014. Dal 2006 al 2008 ha diretto il gruppo R&D al Bioindustry Park del Canavese. Nel 2016 ha fondato Resis Srl, azienda dedicata alla promozione dell’integrità della ricerca scientifica pubblica e privata. E’ professore aggiunto alla Temple University di Philadelphia presso il dipartimento di Biotecnologie. Il suo lavoro nel campo dell’integrità scientifica è apparso su diverse riviste nazionali e internazionali, inclusa Nature ed è stato premiato a Washington nel 2017 con il “Giovan Giacomo Giordano NIAF Award for Ethics and Creativity in Medical Research”.
E' stato pubblicato il 26/11/18

I fondi per la sanita' nella nuova legge di Bilancio

La Legge di Bilancio 2019 aumenta il fondo sanitario nazionale di 3,5 miliardi di euro da aggiungere al miliardo già stanziato dalla precedente legislatura. La Fondazione GIMBE, che aveva indicato in 4 miliardi di euro la cifra necessaria, ci offre un’analisi delle risorse previste, della loro modalità d’uso e delle criticità che restano inevase.
Nino Cartabellotta

Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”. 

E' stato pubblicato il 05/11/18

Il “mercato” dei test genetici: sono tutti utili? Chi ne gestisce i risultati e come?

Soffriamo di troppe diagnosi e, specificamente, di troppi test genetici. Senza un reale controllo di chi li richieda e chi li interpreti. Ormai sul Web ci dicono che dall’analisi del nostro DNA non solo è possibile conoscere le malattie che contrarremo nel futuro ma anche sapere quale sia la dieta migliore per una vita sana ed attiva oppure quale sia l’attività fisica più utile o addirittura quali sono le…creme migliori per la nostra pelle! Davvero succede che la realtà supera di gran lunga la più fervida delle fantasie! E tutto ciò in spregio alla verità scientifica e senza che le Istituzioni preposte intervengano per tutelare la salute fisica e psicologia e gli interessi economici del cittadino ignaro. La nota di oggi si concentra sui test diagnostici, ma su tutti gli altri bisognerà tornarci a breve.
Sabrina Prudente

Sabrina Prudente, biologo molecolare, coordina l’Unità di Ricerca sul Diabete presso l’Istituto CSS-Mendel di Roma (www.css-mendel.it) che studia i meccanismi genetici che predispongono alla malattia diabetica ed alle sue complicanze cardiovascolari e renali.

E' stato pubblicato il 08/10/18

Come stiamo? Notizie dal mondo sulla nostra salute - 3

Questa è la terza e ultima nota di una miniserie dedicata alla salute dell’umanità. Le due precedenti note le trovate su http://www.fivehundredwords.it/argument/it-come-stiamo-notizie-dal-mondo-sulla-nostra-salute-1 e http://www.fivehundredwords.it/argument/it-come-stiamo-notizie-dal-mondo-sulla-nostra-salute-2. La nota odierna focalizza le gravi diseguaglianze che ancora si registrano su un bene così ineludibile come la salute personale.
Vincenzo Trischitta
 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

E' stato pubblicato il 24/09/18

Un’adolescente di 80000 anni fa

Paleogenetica! Suonerà sgradevole questa strana parola a chi crede che esistano le “razze” e, conseguentemente alle differenze fra esse. Suonerà sgradevole perché è una nuovo settore della ricerca genetica che ci dice l’esatto contrario. Siamo meticci fin dall’inizio, un miscuglio di specie diverse di ominidi che popolavano la terra decine di migliaia di anni fa. Chi glielo dice adesso a quelli che “…prima gli Italiani!” ?
Maurizio Margaglione

Maurizio Margaglione, medico ricercatore, insegna Genetica Medica presso l’Università degli Studi di Foggia. Autore di numerosi articoli su riviste internazionali, dirige il Servizio di Genetica Medica dell’AOU “Ospedali Riuniti” di Foggia.

E' stato pubblicato il 03/09/18

Assistenza di bambini e giovani in “fine vita”. Un dramma da affrontare con competenza e condivisione

La parte finale della vita di un individuo, detta “fine vita” è un evento doloroso e a volta anche drammatico, soprattutto quando si tratta di bambini e giovani. E tuttavia c’è modo e modo di affrontarlo, almeno per quanto attiene alla componente pubblica e organizzativa. Come abbiamo già riportato (http://www.fivehundredwords.it/argument/it-saper-morire), c’è spesso poca lucidità nell’affrontare questo doloroso momento. Se questo è comprensibile da parte dei diretti interessati e dei loro parenti, lo è certamente meno se a essere impreparati, sono i medici e più in generale tutte le figure che a vario titolo si occupano dei pazienti (definiti col termine anglosassone di “caregivers”). La Fondazione GIMBE e la Fondazione ANT hanno curato la versione italiana di recenti linee guida per l’assistenza al “fine vita” di neonati, bambini e giovani di un’agenzia inglese che si occupa di eccellenza in sanità e qui, volentieri, ne riportiamo i punti essenziali.
Nino Cartabellotta

Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”. 

E' stato pubblicato il 09/05/18

Il mantra della sanita' "integrativa". Vera necessita' o sapiente strategia di marketing?

Viviamo in epoca di fake news, o di bufale come eravamo abituati a chiamarle, ma non ci aspettiamo che riguardino diritti inalienabili del cittadino quale quello alla salute e senza che le istituzioni di riferimento facciano da scudo. La nota di oggi avanza più di qualche dubbio sulla reale utilità della sanità “integrativa”, almeno così com’è oggi autorizzata e organizzata. E punta il dito sulla cattiva informazione che alimenta ad arte la preoccupazione per un sempre maggior numero di cittadini che rinuncerebbe a curarsi perché incapace di sostenere le spese sanitarie.
Nino Cartabellotta

Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”. 

E' stato pubblicato il 03/04/18

Vaccini: un altro esempio di modesta cultura scientifica

Che la conoscenza sia ormai vissuta con fastidio e gli esperti visti con sospetto, se non tacciati di bieco elitarismo, è un problema generale di tutta la cultura occidentale (si legga, per esempio, “La conoscenza ed i suoi nemici”, di Tom Nichols di Harvard), ma noi in Italia spesso esageriamo. Tanto da finire sulle più importanti riviste internazionali (specialistiche e non) per episodi e polemiche possibili solo in un paese con modesta cultura scientifica.  Ed allora tocca ai ricercatori più volenterosi e che hanno ben presente la loro ragione sociale rimboccarsi le maniche e dare un contributo alle istituzioni per contrastare l’ignoranza e il populismo che la cavalca. Roberto Burioni, virologo di fama internazionale, si è speso molto contro la cultura anti-vaccinista in Italia e qui ospitiamo volentieri una sua breve nota.
Roberto Burioni

Roberto Burioni, Professore Ordinario, insegna Microbiologia e Virologia e dirige l’omonima Scuola di Specializzazione presso l’Università Vita-Salute di Milano. E’, inoltre, responsabile di un laboratorio di ricerca in immunologia umana focalizzato sulla terapia con anticorpi monoclonali umani e sulla diagnostica molecolare precoce di malattie infettive.

E' stato pubblicato il 05/03/18

Come stiamo? Notizie dal mondo sulla nostra salute – 2

Seconda nota della miniserie sullo stato di salute nel mondo. Nell’articolo odierno si riportano essenzialmente alcuni dei dati pubblicati recentemente dall’organizzazione mondiale della sanità (OMS). Più specificamente, riportiamo alcuni dati sull’aspettativa di vita, soprattutto quella passata in buona salute, e sull’importanza dei sistemi sanitari nazionali
Vincenzo Trischitta
 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

E' stato pubblicato il 05/02/18

Genetica e medicina di precisione: si puo' migliorare il futuro studiando la nostra “storia biologica”?

Negli USA gli effetti collaterali dei farmaci rappresentano uno dei principali motivi di ricovero ospedaliero. Sarebbe bello sapere chi è maggiormente a rischio di sviluppare effetti collaterali durante il trattamento di un dato farmaco così da evitarne la somministrazione. Ma anche con gli effetti benefici dei farmaci, non va meglio. Infatti, l’efficacia dei vari farmaci varia da paziente a paziente; lo stesso farmaco può essere molto efficace in un paziente e poco efficace, o del tutto inefficace, in un altro. Bel problema, perché i medici oggi non possono che prendere decisioni sulla base degli effetti medi. Ma la media di un fenomeno è quel concetto per cui se Giovanni ha mangiato due polli e Francesco nessuno, si dice che, in media, si è consumato un pollo a persona; ma Giovanni è satollo e Francesco…muore di fame. Insomma, ci vorrebbe molta più precisione nel determinare l’efficacia e gli effetti collaterali dei farmaci. Ed ecco che, a poco a poco, si fa strada la “medicina di precisione”.
Mario Luca Morieri

Mario Luca Morieri è medico specialista in Medicina Interna. Ha lavorato come ricercatore al Joslin Diabetes Center – Harvard Medical School di Boston, dove si è prevalentemente occupato di studi di genetica e farmacogenomica in ambito di prevenzione cardiovascolare. Attualmente è assegnista di ricerca presso l’Università di Ferrara ed è membro del coordinamento giovani ricercatori della Società Italiana per lo Studio della Aterosclerosi.

E' stato pubblicato il 08/01/18

Cannabis per il dolore cronico: tante speranze, poche evidenze

Purtroppo continua ad accadere. Si emanano leggi e relative circolari esplicative su aspetti sanitari (prescrizioni diagnostiche, utilizzo di farmaci, etc.) non precedute da un attento studio dei dati disponibili in letteratura e, in ultima analisi, senza evidentemente chiedere il supporto di scienziati e metodologi che siano realmente in grado di dire una parola solida sullo stato dell’attuale conoscenza. Siamo convinti dell’utilità di applicare il rigoroso metodo scientifico a decisioni politiche e gestioni amministrative che, in generale, impattano su molti campi dell’organizzazione sociale e sulla nostra vita quotidiana e forse chiediamo troppo. Ma possiamo almeno sperare che il sogno si avveri su aspetti che riguardano la nostra salute?
Nino Cartabellotta

Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”. 

E' stato pubblicato il 04/12/17

Come stiamo? Notizie dal mondo sulla nostra salute - 1

Come evolve lo stato di salute dell’umanità? Negli ultimi mesi diverse organizzazioni hanno prodotto documenti che affrontano il tema, pur se da diversi punti di vista. Abbiamo informazioni dal Global Burden of Diseases (GBD), uno studio sullo stato di salute del mondo che coinvolge più di 700 scienziati e istituzioni di quasi tutti paesi del mondo. Ha pubblicato un report l’Organizzazione Mondiale della Sanità (in Inglese, WHO) e infine anche l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha prodotto un documento relativo ai paesi membri. Ne approfittiamo per portare all’attenzione dei lettori di 500WORDS le notizie di maggiore interesse generale, mediante una miniserie di tre note che pubblicheremo nei prossimi mesi. Quella odierna, la prima, è prevalentemente basata sul report del GBD di cui abbiamo già pubblicato un precedente resoconto (http://www.fivehundredwords.it/post/it-la-salute-nel-mondo).
Vincenzo Trischitta
 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

E' stato pubblicato il 20/11/17

Le Cure Palliative

La medicina si evolve. Spesso ciò accade grazie a nuove tecnologie diagnostiche o terapeutiche; altre volte, più semplicemente, utilizzando il buon senso e arricchendolo con robuste evidenze, ottenute tramite l’applicazione rigorosa del metodo scientifico. L’attenzione a evitare eccessi diagnostici, il tentativo di ridurre il volume di prescrizione terapeutica, la scelta di terapie che a parità di efficacia siano le meno costose, sono tutti aspetti di un’evoluzione positiva della medicina dei nostri tempi di cui abbiamo già parlato. Oggi portiamo alla vostra attenzione, una sanità che si evolve nella sua capacità di prendere in carico non la malattia ma il malato nella sua complessità di paziente che soffre, membro di una famiglia in ansia, individuo sociale con tutte le specifiche aspettative che lo caratterizzano. E le cure palliative rappresentano proprio la quint’essenza di una visione olistica della medicina.
Marco Colotto

Marco Colotto è medico specialista in Medicina Interna e in Igiene e Medicina Preventiva.
Ha lavorato per anni nella medicina di urgenza e nella prevenzione cardiovascolare presso il Policlinico Umberto I di Roma e oggi prosegue l’attività clinica come libero professionista. Cura progetti di ricerca sul management dei servizi sanitari e sui percorsi integrati di cura, con particolare riferimento alla medicina domiciliare e palliativa.
E’ docente di Igiene presso l’Università Cattolica e membro del Comitato di Bioetica presso Antea, onlus pioniera dei servizi di cure palliative nel Lazio e in altre regioni italiane.

E' stato pubblicato il 30/10/17

Sono il….Conte Dracula. Mamma che paura!

Spesso la realtà supera di gran lunga la più fervida delle immaginazioni. Stavolta, non proprio ma quasi. Non perché la realtà non sia intrigante ma perché in questo specifico caso l’immaginazione è stata davvero tanta! Ma la scienza non demorde e cerca oggi e cerca domani, quasi ci siamo. Scoperte le verosimili basi genetiche del…Conte Dracula.
Maurizio Margaglione

Maurizio Margaglione, medico ricercatore, insegna Genetica Medica presso l’Università degli Studi di Foggia. Autore di numerosi articoli su riviste internazionali, dirige il Servizio di Genetica Medica dell’AOU “Ospedali Riuniti” di Foggia.

E' stato pubblicato il 10/09/17

Aggiornamento DEF 2017 - Il PIL cresce, ma non le risorse per la sanità pubblica.

Purtroppo dobbiamo tornarci. Come abbiamo già riportato gli studi di Michael Marmot, epidemiologo di fama internazionale, insegnano che la diseguaglianza nella possibilità di essere sani e di essere curati è drammatica in USA e nel Regno Unito e meno marcata nei paesi scandinavi e in Italia (http://www.fivehundredwords.it/argument/it-la-salute-diseguale-la-sfida-di-un-mondo-ingiusto). Saremo così virtuosi anche in futuro?

Nino Cartabellotta

Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”. 

E' stato pubblicato il 04/09/17

Miti e credenze. Come sfatarli?

Si legge o si assiste a manifestazioni di “no vax”, di pazienti o loro parenti che vogliono curare il cancro con terapie mai verificate, di cibi che avrebbero attività salvifiche sulle più importanti malattie degenerative dell’uomo e…via di seguito dicendo! Ma come si fa a contrastare tutte queste sciocchezze?
Paolo Magliocco
Paolo Magliocco, giornalista, si occupa di scienza e tenta di farlo in modo multimediale. È autore di servizi televisivi per Superquark. Scrive per le riviste Focus, Focus Junior e BBC Scienze. Realizza video per il sito di Le Scienze e La Stampa. Dirige il sito di divulgazione scientifica Videoscienza. Ha scritto per Pearson il libro “La grande caccia. Storia della scoperta del bosone di Higgs”.
E' stato pubblicato il 24/07/17

Il dramma della dipendenza da gioco d’azzardo

Una ricerca di qualche anno addietro del CNR stimava che circa 17 milioni di Italiani erano stati almeno una volta negli ultimi 12 mesi, coinvolti nel gioco d’azzardo. Numeri da malattia epidemica che, in questo caso, distrugge vite personali e intere famiglie. Ma se ne parla poco e, cosa incredibile, lo Stato ci guadagna pure. Ma non sarebbe il caso di rendere illegale il gioco d’azzardo?
Lucia Coco
Psicologa clinica con formazione analitico/transazionale. Referente del Centro di riferimento regionale umbro del gioco d’azzardo patologico presso l’USL 2 – Umbria. Docente presso la scuola di specializzazione di psicoterapia analitico-transazionale dell’Università di Caserta.
E' stato pubblicato il 03/07/17

Il secondo Rapporto GIMBE certifica: il servizio sanitario e' in prognosi riservata. Entro il 2025 saremo orfani della sanita' pubblica?

Michael Marmot (The Health Gap: The Challenge of an Unequal World, edito da Bloomsbury, o leggete un'estrema sintesi su http://www.fivehundredwords.it/argument/it-la-salute-diseguale-la-sfida-di-un-mondo-ingiusto) c’insegna che la diseguaglianza nella possibilità di essere sani e di essere curati per rimanere o tornare ad esser tali è diffusa in tutto il mondo, pur se con delle differenze. E’ drammatica nel mondo anglosassone (soprattutto in USA) e meno drammatica in paesi con un welfare degno di questo nome, come i paesi scandinavi e l’Italia. Ma il futuro non è roseo per noi. Manca la visione e la programmazione conseguente per mantenere il nostro sistema sanitario come elemento centrale nel cercare di curare il maggior numero di persone nel miglior modo possibile.

Nino Cartabellotta

Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”. 

E' stato pubblicato il 19/06/17

La salute nel Mondo

Il Global Burden of Disease, uno studio epidemiologico osservazionale di enormi dimensioni, c’informa ormai da anni su vari aspetti della salute nel mondo e 500WORDS ne ha riportato spesso i risultati. Nello scorso settembre è stato pubblicato il terzo rapporto generale che qui viene commentato dal prof. Giuseppe Remuzzi.
Giuseppe Remuzzi
Giuseppe Remuzzi è Direttore del Dipartimento di Medicina degli Ospedali Riuniti di Bergamo e coordina le attività di ricerca delle sedi di Bergamo dell’Istituto Mario Negri e del Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare. E’ membro del “Gruppo 2003” che annovera gli scienziati italiani più citati dalla letteratura scientifica ed ha ricevuto nel 2007 il “John P. Peters Award”, il più prestigioso premio nel campo della nefrologia internazionale. E’ Commendatore della Repubblica per meriti scientifici ed editorialista del Corriere della Sera.
E' stato pubblicato il 02/05/17

La medicina di genere: un appello!

La gran parte della sperimentazione clinica è svolta in soggetti di sesso maschile e poi….le terapie che ne derivano sono somministrate indistintamente a uomini e donne. Ma siamo sicuri che effetti benefici, effetti collaterali indesiderati e posologie siano uguali fra i due sessi? E’ solo un esempio. Ce ne sono molti altri che richiamano l’attenzione sul fatto che la medicina è oggi a misura di uomo mentre più del 50% degli utenti sono…donne! Sull’argomento, di enorme rilevanza per una sanità più equa ed efficace, riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente nota.
Valeria Manicardi

Valeria Manicardi, medico diabetologo, è Direttrice dell'Unità Internistica Multidisciplinare dell'Ospedale di Montecchio (RE) e coordinatrice della Rete Diabetologica Interaziendale di Reggio Emilia (AUSL e ASMN). E’ anche Coordinatrice Nazionale del Gruppo Donna dell'Associazione Medici Diabetologi (AMD) e ha coordinato gli studi sulle differenze di genere in diabetologia tratti dai dati degli Annali AMD 2011. 

E' stato pubblicato il 03/04/17

Che si fa se non bastano i soldi per curare tutti al meglio? S’interviene con l’etica del male minore.

In un mondo ideale, tutti hanno diritto a essere curati col miglior farmaco disponibile. Quando ciò non è possibile, fornire al maggior numero di persone trattamenti certamente validi, pur se meno efficaci e/o più tossici di altri, risponde a principi di equità individuale e di utilità generale che dovrebbero essere garantiti nella gestione della salute pubblica. Si chiama etica del male minore.
Vincenzo Trischitta
 
 

Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

E' stato pubblicato il 27/02/17

La salute diseguale. La sfida di un mondo ingiusto.

La disuguaglianza nei paesi OCSE è aumentata negli ultimi decenni e non solo in quelli tipicamente più disuguali come Stati Uniti e Regno Unito, ma anche in quelli tradizionalmente più equi come gli scandinavi. E la diseguaglianza si riflette sulla salute, uno dei beni più preziosi e irrinunciabili. C’è qualcosa di più odioso?
Francesca Menniti Ippolito

Francesca Menniti-Ippolito, biostatistica-epidemiologa, è primo ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità. Il suo campo di ricerca è la farmacoepidemiologia. Ha condotto studi sulla efficacia e sicurezza dei farmaci. Coordina il sistema nazionale di sorveglianza sulla sicurezza dei prodotti di origine naturale.

Francesco Trotta

Francesco Trotta è dirigente farmacista presso l’Agenzia Italiana del Farmaco. Attualmente presta servizio presso il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio come farmacoepidemiologo. Si occupa della valutazione del profilo beneficio/rischio di farmaci e vaccini e dell’analisi delle politiche farmaceutiche. 

E' stato pubblicato il 06/02/17

Il sottoutilizzo dei farmaci equivalenti. Un mix di confusione, malafede e ignoranza.

Il brevetto di un farmaco in Italia dura 20 anni. Quando scade, è possibile mettere in commercio farmaci equivalenti che devono contenere la stessa quantità del medesimo principio attivo del medicinale di riferimento, oltre che a doverne replicare la stessa forma farmaceutica e via di somministrazione. Per soddisfare il principio di bio-equivalenza, anche i criteri di qualità, efficacia e sicurezza devono essere identici fra il farmaco di riferimento e quello equivalente. Ma nonostante tutto ciò, a causa di confusione nelle regole, malafede e ignoranza, in Italia si fa un uso modesto di farmaci equivalenti. Ne avevamo già parlato alcuni anni addietro (http://www.fivehundredwords.it/argument/it-impariamo-a-spendere-meno-in-farmacia) ma, visto l’andazzo, conviene tornarci.
Nino Cartabellotta

Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”. 

E' stato pubblicato il 09/01/17

Modificare il genoma umano per fini terapeutici. Ci siamo quasi.

La scienza progredisce rapidamente, soprattutto in alcuni settori. Uno dei settori in più rapida evoluzione è quello dalla genetica che, più di altri, può porre problemi di ordine etico e sociale. Bisogna perciò essere in grado di capire di cosa si parla e, quando necessario, esprimere il proprio parere. Ma il rischio è che ci s’informi male tramite strumenti ed informatori approssimativi e superficiali. Proviamo a dare il nostro contributo sulle nuove tecniche di modifica del genoma umano che possono avere sviluppi terapeutici.
Sabrina Prudente

Sabrina Prudente, biologo molecolare, coordina l’Unità di Ricerca sul Diabete presso l’Istituto CSS-Mendel di Roma (www.css-mendel.it) che studia i meccanismi genetici che predispongono alla malattia diabetica ed alle sue complicanze cardiovascolari e renali.

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