Ferrara: un caso di prevenzione a 360 gradi
L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ci dice che le malattie non trasmissibili (malattie cardiovascolari-respiratorie, metaboliche ed oncologiche) rappresentano, soprattutto nel mondo occidentale, un problema di enorme portata, sia in termini di salute delle popolazioni che, inevitabilmente, di costi. E l’OMS ci dice anche quanto sarebbe utile mettere in pratica delle strategie di prevenzione che, se operative, sappiamo essere estremamente efficaci. Ma tra il dire e il fare…c’è spesso il mare. Spesso, ma non sempre come dimostra l’eccezionale esperienza della citta di Ferrara, oggetto della nota odierna.
Maria Rita Montebelli lavora come internista presso la Fondazione Policlinico Agostino Gemelli di Roma ed è specialista in endocrinologia. Si occupa da trent’anni di divulgazione medico-scientifica, come giornalista, moderatore di incontri scientifici, addetto stampa. Scrive per Quotidiano Sanità e per il portale Salute di Repubblica.
Ce lo dice la ricerca: un paese corrotto corrompe i propri giovani
Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.
Saranno pubblici i compensi ai medici delle industrie farmaceutiche. Ma..davvero?
Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”.
Poche e semplici cose per migliorare la ricerca in Italia
Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.
Ricerca indipendente: i risultati dello studio GIMBE-AIFA e la ripresa del programma nazionale
Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”.
Le "versioni alternative" dei farmaci: sicuri sia tutto chiaro?
Farmaci biologici o di sintesi? Farmaci bioequivalenti e biosimilari? Tutti li assumiamo o li potremmo assumere ma pochissimi ne sanno qualcosa. E non è strano, giacché si tratta della nostra salute? Certo che è strano ed anche pericoloso! I pazienti dovrebbero essere informati dai medici, ma non succede sempre.
Dei farmaci bioequivalenti (o equivalenti) abbiamo già parlato http://www.fivehundredwords.it/argument/it-impariamo-a-spendere-meno-in-farmacia.
La nota di oggi ci spiega cosa sono i farmaci biosimilari e perché, quando il medico li prescrive, non dobbiamo averne paura. Così diamo il nostro contributo al contenimento delle spese sanitarie, senza peraltro correre alcun rischio.Paola Tarro è laureata in Farmacia e specialista in Farmacia Ospedaliera e Territoriale. Partecipa ad un progetto di farmacovigilanza presso il PO San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro di Giarre (CT), occupandosi della segnalazione di sospette reazioni avverse a farmaci.
Capirne di scienza e' un imperativo per societa' evolute.
Amedeo Balbi, astrofisico, insegna all’Università di Roma Tor Vergata. I suoi studi spaziano dall’origine dell’universo, al problema della materia e dell’energia oscure, alla ricerca di vita nel cosmo. Molto attivo anche sul fronte della divulgazione scientifica, scrive tra gli altri per Le Scienze, Repubblica, La Stampa, Wired, Il Post. È autore di diversi libri, l’ultimo dei quali è «Cercatori di meraviglia» (Rizzoli), vincitore del Premio nazionale di divulgazione scientifica 2015.
I test di screening oncologico. Per favore, non tutti a tutti.
La nota odierna si concentra sui test oncologici che, data la gravità mediamente molto alta delle patologie che si vuole diagnosticare, rivestono particolare importanza. Bene ha fatto, perciò, la fondazione GIMBE ad organizzare la stesura di un documento ufficiale che sottolinea i punti determinanti utili per i medici, i potenziali pazienti e, speriamo, chi ha responsabilità di organizzazione e controllo delle spese in sanità.
Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”.
Saper morire
Gian Domenico Borasio dirige la cattedra di Medicina palliativa dell’Università di Losanna ed è stato uno dei fondatori del Centro interdisciplinare di medicina palliativa dell’Università di Monaco di Baviera. Il Ministero della Giustizia tedesco l’ha nominato membro della commissione che ha stabilito i principi per una legge sul testamento biologico. Il suo libro Saper morire. Cosa possiamo fare, come possiamo prepararci (Bollati Boringhieri editore, Torino 2015) ha venduto oltre 180.000 copie ed è stato tradotto in cinque lingue.
La salute in rete: progresso o pericolo?
Silvia Misiti, romana, è un medico endocrinologo. Ha lavorato per più di 20 anni nel mondo della ricerca universitaria italiana. Attualmente, dirige la IBSA Foundation for scientific research in Svizzera, a Lugano, dove vive con la sua famiglia. Si occupa di divulgazione scientifica e di promozione di progetti sostenibili per aziende farmaceutiche.
Lo sporco gioco delle frodi scientifiche
Ero un giovanissimo ricercatore e ad uno dei miei primi congressi durante una relazione mi accorsi che un’immagine relativa all’analisi di alcune proteine cellulari era la stessa, ma presentata all’incontrario, di una immagine mostrata poche diapositive prima. “Ma come”, mi chiesi, “..ma allora i ricercatori…imbrogliano? Ma se il nostro lavoro consiste nello scoprire le verità che non conosciamo, che senso ha tutto ciò?”. Mi tranquillizzai (ne avevo proprio bisogno!) dicendomi che questa doveva rappresentare un’eccezione in un mondo che immaginavo integerrimo. Purtroppo, non ci volle molto tempo per dover ammettere che così non era. E nel corso degli anni la situazione è peggiorata perché ormai o pubblichi molto o ti scordi carriera e fondi per finanziare altri studi. E l’Italia, purtroppo, è uno di quei Paesi dove il ”publish or perish” è stato declinato nel peggiore dei modi decidendo di valutare i ricercatori secondo indici prevalentemente quantitativi. Per fortuna qualcosa si muove, anche se solo per iniziative personali; con un silenzio assordante delle Istituzioni che, invece, sarebbero preposte al controllo della veridicità dei dati scientifici.
Godiamoci con la nota odierna una rivisitazione del problema da parte di Enrico Bucci, che a questo problema ha recentemente dedicato un saggio divulgativo “Cattivi scienziati” edito da Add Editore. La stessa nota è anche pubblicata su https://cattiviscienziati.wordpress.com/.
Ah, a proposito: il furbo dell’immagine farlocca di cui m’accorsi da giovane ha fatto una splendida carriera nelle università italiane!Enrico Bucci, Ph.D. in Biochimica e Biologia molecolare, è stato ricercatore presso l’istituto IBB (CNR) fino al 2014. Dal 2006 al 2008 ha diretto il gruppo R&D al Bioindustry Park del Canavese. Nel 2016 ha fondato Resis Srl, azienda dedicata alla promozione dell’integrità della ricerca scientifica pubblica e privata. E’ professore aggiunto alla Temple University di Philadelphia presso il dipartimento di Biotecnologie. Il suo lavoro nel campo dell’integrità scientifica è apparso su diverse riviste nazionali e internazionali, inclusa Nature ed è stato premiato a Washington nel 2017 con il “Giovan Giacomo Giordano NIAF Award for Ethics and Creativity in Medical Research”.
Il rischio di trombosi venose nelle gravidanze ottenute con tecniche di procreazione medicalmente assistita.
Elvira Grandone, medico ricercatore. Si occupa di malattie monogeniche e multifattoriali, particolarmente coinvolta in progetti di ricerca sulla salute della donna. Autrice di numerosi articoli su riviste internazionali e di linee-guida nazionali sul rischio tromboembolico nella donna e sulla gestione di patologie ostetriche. Co-autrice anche di un documento coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità sul rischio trombotico da contraccettivi orali.
Liberarsi della cultura del dolore in medicina.
Un parente soffriva di fame d’aria nelle fasi finali della sua vita, affetto da grave insufficienza respiratoria. Ma soffriva anche di dolori, a causa delle terapie in corso e dell’ormai lungo allettamento. Provo da lontano a suggerire che il medico curante prescriva degli antidolorifici oppioidi (per intenderci, quelli simili alla morfina; gli altri, quelli consueti, non funzionavano più) ma il medico curante e lo specialista internista cominciano a rimpallarsi la faccenda perché “così si rischia di farlo morire prima”. Il povero paziente si tenne i dolori per i pochi giorni che gli restavano ancora da vivere. Quando la malattia è incurabile ed è entrata nella fase terminale scegliere se lenire le sofferenze o prolungare la vita di giorni o settimane a costo di dolori trattabilissimi è una decisione difficile per noi medici. A volte prevale la…cultura del dolore. Forse perché non veniamo adeguatamente preparati a queste decisioni o perché non siamo sufficientemente tutelati dalle leggi e da chi gestisce le strutture sanitarie. In un recente libro di Beppe Remuzzi (“La scelta – Perché è importante decidere come vorremmo morire” Sperling&Kupfer) c’è un intero capitolo dedicato a questa faccenda. Gli abbiamo chiesto di scrivere qualcosa anche per 500WORDS.
Giuseppe Remuzzi è Direttore del Dipartimento di Medicina degli Ospedali Riuniti di Bergamo e coordina le attività di ricerca delle sedi di Bergamo dell’Istituto Mario Negri e del Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare. E’ membro del “Gruppo 2003” che annovera gli scienziati italiani più citati dalla letteratura scientifica ed ha ricevuto nel 2007 il “John P. Peters Award”, il più prestigioso premio nel campo della nefrologia internazionale. E’ Commendatore della Repubblica per meriti scientifici ed editorialista del Corriere della Sera.
l’Associazione Internazionale dei Ricercatori Italiani
Teresita Gravina è laureata in Geologia e in Scienze e Tecnologie per l'Ambiente ed il Territorio e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra. Attualmente è docente a contratto di Geologia Ambientale presso l'Università Telematica Guglielmo Marconi. E’ ideatrice e curatrice di “Sustainability” (http://www.sunability.unina2.it), progetto di divulgazione scientifica delle ricerche svolte presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali, Biologiche e Farmaceutiche (DISTABIF) della seconda Università di Napoli.
La Coca Cola e' interessata a combattere l’obesita'? Ma dai!
Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.
La diagnostica prenatale non invasiva. Un tipico esempio di quanto, sugli aspetti biomedici, sia indispensabile il dialogo tra le diverse parte interessate.
Maurizio Margaglione, medico ricercatore, insegna Genetica Medica presso l’Università degli Studi di Foggia. Autore di numerosi articoli su riviste internazionali, dirige il Servizio di Genetica Medica dell’AOU “Ospedali Riuniti” di Foggia.
Dormire bene è importante. La melatonina aiuta?
Elvira Grandone, medico ricercatore. Si occupa di malattie monogeniche e multifattoriali, particolarmente coinvolta in progetti di ricerca sulla salute della donna. Autrice di numerosi articoli su riviste internazionali e di linee-guida nazionali sul rischio tromboembolico nella donna e sulla gestione di patologie ostetriche. Co-autrice anche di un documento coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità sul rischio trombotico da contraccettivi orali.
Studi clinici? Si ma, per favore, utili per i pazienti!
Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”.
OMS e salute delle donne - Dieci grida dall’allarme.
L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) entra in campo a favore della salute delle donne, indicando 10 sfide fondamentali da affrontare e vincere. E ovviamente, per qualunque di questi aspetti, la situazione peggiore nel paragone fra uomini e donne si riscontra nei Paesi più poveri. La nota odierna riporta alcuni dei punti sollevati dall’OMS.
Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.
Il prezzo di una divulgazione scientifica approssimativa.
Linguista, autrice dei blog di divulgazione del sapere linguistico http://tuttopoli.com, http://ilcosoelacosa.com e di http://moggiopoli.net, Francesca Dragotto è ricercatrice presso l’Università di Roma Tor Vergata. Tra i più recenti e significativi contributi editoriali ci sono “Non solo marketing. L’altro modo di comunicare la pubblicità” (2013) e ”Parola di scienziato. La conoscenza ridotta a opinione” (2014), curato insieme a Marco Ferrazzoli. Nel 2012 ha fondato OLOS, collana di studi sui linguaggi e la comunicazione, giunta al quinto volume.
Solo un sano pragmatismo puo' salvare il SSN
L’associazione GIMBE ha lanciato già un paio d’anni addietro, il progetto salviamo il SSN (http://www.salviamo-ssn.it). Noi ne abbiamo già parlato (http://www.fivehundredwords.it/post/it-salviamo-il-nostro-sistema-sanitario-nazionale) ma….repetita iuvant!
Ubaldo Montaguti svolge attività di ricerca ed organizza incontri di studio e corsi di formazione sui servizi sanitari nell’ambito della Sezione di Sanità Pubblica e Management Sanitario dell’Accademia Nazionale di Medicina di cui è responsabile scientifico.
Less is more - Il caso delle quantita' di farmaci prescritti.
Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.
Il progetto Eupati: informare i pazienti per averli alleati nella ricerca di nuovi farmaci.
Filippo Buccella è un farmacista e genitore di un ragazzo Duchenne. Nel 1996 ha fondato Parent Project Onlus, l’associazione che riunisce i genitori con figli affetti da Distrofia Muscolare Duchenne e Becker. Dal 2012 è chairman dell'EUPATI National Liaison Team italiano.
Moreno Busolin è Dirigente di azienda - Trent’anni di esperienza nelle Vendite, Marketing e General Management nel settore dei medical devices. Dal 2013 fa parte del National Liaison Team di EUPATI per la promozione del progetto in Italia.
Dominique Van Doorne è endocrinologa, libero professionista. Dal 2006 è segretaria del comitato scientifico dell’ATTA-Lazio ONLUS (Associazione di Pazienti con Tumore della Tiroide ed Affini); dal 2008 è referente AME (Associazione Medici Endocrinologi) per le Associazioni di Pazienti. Dal 2013 collabora per il sito Endowiki. Dal 2015 è responsabile AME per la iodoprofilassi. Dal 2013 fa parte del National Liaison Team di EUPATI per la promozione del progetto in Italia.
Le diseguaglianze nella sanità dei tanti tagli – Il caso dei dispositivi medici.
Le diseguaglianze nei servizi sanitari offerte nelle varie regioni d’Italia sono sotto gli occhi di chi vuol vedere. Non c’è alcun dubbio che alcune amministrazioni regionali, soprattutto del sud, sono state incapaci, quando non peggio. Ed è, quindi, indispensabile porre rimedio a questa situazione. Il problema è come. Per cominciare dalla fonte, perché non accettare il fallimento del decentramento regionale nella gestione della sanità e tornare a far vivere a pieno titolo l’articolo 32 della Costituzione che affida alla Repubblica il compito di tutelare la salute come fondamentale diritto del cittadino? E poi, perché pensare solo ai tagli? Perché, per esempio, non investire in alte tecnologie che sul tempo medio-lungo producono riduzione di spese e miglioramento della qualità assistenziale, invece che pensare solo a tagliare, col risultato che accanto alla riduzione dei costi, a volte, si ottiene anche la riduzione della qualità assistenziale? Certo, ci vuole competenza e una visione della società che si vuole costruire. Virtù rare.
Carla Collicelli è Vice Direttore Generale del Censis. Tra le molte attività dedicate agli aspetti sanitari, è coinvolta nella Misurazione del Sistema di Valutazione dei Servizi sanitari del Ministero della Salute, nel Comitato Scientifico dell’Istituto Nazionale per la medicina della Povertà e delle Migrazioni e della Fondazione Glaxo Smith-Kline, nell’Osservatorio sulla condizione assistenziale dei malati oncologici e nel Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi. Collabora, inoltre, con Il Sole 24 ore, il Messaggero e L’avvenire.
Ricerca uguale ricchezza. Gli altri paesi l’hanno capito e noi?
Giuseppe Remuzzi è Direttore del Dipartimento di Medicina degli Ospedali Riuniti di Bergamo e coordina le attività di ricerca delle sedi di Bergamo dell’Istituto Mario Negri e del Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare. E’ membro del “Gruppo 2003” che annovera gli scienziati italiani più citati dalla letteratura scientifica ed ha ricevuto nel 2007 il “John P. Peters Award”, il più prestigioso premio nel campo della nefrologia internazionale. E’ Commendatore della Repubblica per meriti scientifici ed editorialista del Corriere della Sera.
Ma i farmaci che assumiamo sono tutti efficaci e sicuri?
Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.
Un paio di facili rimedi per ridurre la spesa farmaceutica ma non la qualità di cura.
Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.
I ricercatori si muovono a favore della ricerca biomedica in Italia.
Teresita Gravina è laureata in Geologia e in Scienze e Tecnologie per l'Ambiente ed il Territorio e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra. Attualmente è docente a contratto di Geologia Ambientale presso l'Università Telematica Guglielmo Marconi. E’ ideatrice e curatrice di “Sustainability” (http://www.sunability.unina2.it), progetto di divulgazione scientifica delle ricerche svolte presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali, Biologiche e Farmaceutiche (DISTABIF) della seconda Università di Napoli.
Regolamentazione e qualità della ricerca clinica: serve una svolta decisa!
Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”.
Divulgazione scientifica e mass media - Attenzione ai rischi.
500WORDS nasce per divulgare la scienza biomedica e per far conoscere il metodo scientifico, convinti come siamo che in una società più razionale e con più conoscenze si viva in maniera più giusta e democratica. Ma com’è la divulgazione scientifica in Italia? E, soprattutto, da chi è fatta? Un po’ di tempo addietro abbiamo sottolineato come gli scienziati dovrebbe fare di più in questo settore così come, più in generale, dovrebbero fare sentire di più la loro voce in società (http://www.fivehundredwords.it/post/it-divulgare-le-conoscenze-scientifiche-responsabilit-degli-scienziati). La nota odierna conferma che c’è ancora molto da fare ed anche questo è…divulgazione!
Teresita Gravina è laureata in Geologia e in Scienze e Tecnologie per l'Ambiente ed il Territorio e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra. Attualmente è docente a contratto di Geologia Ambientale presso l'Università Telematica Guglielmo Marconi. E’ ideatrice e curatrice di “Sustainability” (http://www.sunability.unina2.it), progetto di divulgazione scientifica delle ricerche svolte presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali, Biologiche e Farmaceutiche (DISTABIF) della seconda Università di Napoli.
La sostenibilità dei farmaci innovativi
La nota odierna affronta il tema della sostenibilità dei farmaci innovativi, una faccenda seria. In assenza di danaro che permetta di offrire a tutti i pazienti farmaci preziosi ed unici, il rischio è che si creino malati di seria A e malati di serie B (o C, D etc.). Centrale sarà il rapporto che le Istituzioni decideranno di avere con le Industrie Farmaceutiche. Il mercato mondiale dei farmaci è di circa 3 trilioni di dollari. Nella sola Italia siamo intorno ai 25 miliardi di euro, di cui più della metà a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Cifre che fanno girare la testa ma, purtroppo, non sono tutti soldi spesi bene, spesi per pagare cioè solo prodotti davvero indispensabili. In certe situazioni, infatti, si acquistano farmaci nuovi ma niente affatto innovativi, solo lievemente diversi da quelli “vecchi” ma a costi molto più alti, soprattutto se i farmaci "vecchi" sono, ormai, fuori brevetto e quindi molto economici. Oggi, infatti, perchè un nuovo farmaco entri in commercio non è necessario che dimostri di avere un “valore terapeutico aggiuntivo” rispetto a quelli già esistenti. Sembra incredibile ma è proprio così e le Industrie non sono, quindi, costrette ad effettuare studi di comparazione fra i nuovi farmaci ed i farmaci vecchi già utilizzati da molti anni. E quando questa comparazione viene effettuata si reputa sufficiente che il nuovo farmaco sia “non inferiore” ai precedenti, anche se costa molto di più! Insomma, dovremmo imparare a spendere meglio i nostri soldi, soprattutto quelli pubblici, per acquistare farmaci davvero utili. Le vie ci sarebbero ma non conciliano con gli interessi delle potentissime industrie farmaceutiche. Riusciranno i nostri eroi (politici ed amministratori).....a proporre ed imporre atteggiamenti virtuosi e di pubblica utilità?
Luigi Ripamonti è medico e lavora come giornalista scientifico dal 1992 per il gruppo RCS, dal 1996 al Corriere della Sera.Attualmente è responsabile di Corriere Salute e di Corriere.it/salute. Ha tenuto un laboratorio sulla comunicazione scientifica per anni all’Università di Milano (Facoltà di Scienze politiche) e seminari di giornalismo scientifico in università americane come la George Mason University in Virginia e la Chapman University in California.
I costi della sanità e l’etica di evitare gli sprechi
Giuseppe Remuzzi è Direttore del Dipartimento di Medicina degli Ospedali Riuniti di Bergamo e coordina le attività di ricerca delle sedi di Bergamo dell’Istituto Mario Negri e del Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare. E’ membro del “Gruppo 2003” che annovera gli scienziati italiani più citati dalla letteratura scientifica ed ha ricevuto nel 2007 il “John P. Peters Award”, il più prestigioso premio nel campo della nefrologia internazionale. E’ Commendatore della Repubblica per meriti scientifici ed editorialista del Corriere della Sera.
La cultura della farmacovigilanza: un elemento di sicurezza per il paziente.
Paola Tarro è laureata in Farmacia e specialista in Farmacia Ospedaliera e Territoriale. Partecipa ad un progetto di farmacovigilanza presso il PO San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro di Giarre (CT), occupandosi della segnalazione di sospette reazioni avverse a farmaci.
Capire il cancro per curarlo oppure curare il cancro per capirlo?
Professore Emerito alla Princeton University (NJ, USA), docente presso la Temple University di Philadelphia (PA, USA) e l’Università di Udine. La sua lunga attività di ricerca è partita dallo studio dei gas nobili per arrivare attraverso un susseguirsi di passi successivi, allo studio di sistemi biochimici complessi che hanno rilevanza clinica. Attualmente coordina un progetto ERC della Comunità Europea sulla diagnostica innovativa in oncologia, denominato QUIDPROQUO.
E-cigarettes: si o no?
Ma è importante che l'argomento resti "vivo", in attesa che i decisori politici arrivino a formulare norme di compotamento omogenee, possibilmente in ambito europeo, che impediscano l'affermarsi di atteggiamenti opportunistici.
L'auspicio è che si proceda con una metodologia razionale, scientifica, basata sui dati acclarati e con l'indispensabile coinvolgimento di esperti riconsociuti che siano liberi da potenziali conflitti d'interesse.
Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.
Etica e sanità
Carla Collicelli è Vice Direttore Generale del Censis. Tra le molte attività dedicate agli aspetti sanitari, è coinvolta nella Misurazione del Sistema di Valutazione dei Servizi sanitari del Ministero della Salute, nel Comitato Scientifico dell’Istituto Nazionale per la medicina della Povertà e delle Migrazioni e della Fondazione Glaxo Smith-Kline, nell’Osservatorio sulla condizione assistenziale dei malati oncologici e nel Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi. Collabora, inoltre, con Il Sole 24 ore, il Messaggero e L’avvenire.
La trasparenza dei trials clinici
La scasa trasparenza della gestione degli studi clinici su nuovi farmaci sponsorizzati dalle industrie farmaceutiche è una faccenda grave che abbiamo già affrontato in http://www.fivehundredwords.it/argument/it-gli-studi-clinici-e-linteresse-generale.
Oggi ci torniamo perché non bisogna abbassare la guardia e perché sia l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) sia il suo omonimo americano Food and Drug Administration (FDA) emettono comunicati non tranquillizzanti.
L’EMA vuole arrogarsi il diritto di controllare ed eventualmente impedire tutte le pubblicazioni derivanti dalle analisi indipendenti degli effetti collaterali dei nuovi farmaci, raccolti e resi disponibili dalla stessa EMA. Niente di più e niente di meno che una censura in piena regola!
Nel frattempo, la FDA nel preparare le indicazioni per redigere i nuovi consensi informati (la dichiarazione che ogni volontario deve firmare prima di partecipare a una sperimentazione) non fa alcun cenno a un’eventuale disponibilità che i dati ottenuti, pur senza individuare l’identità dei volontari, siano resi disponibili ai ricercatori per eseguire analisi cui le industrie farmaceutiche sponsor dello studio non fossero interessati (o, forse, fossero interessati a non divulagare). Strana dimenticanza dal momento che alcune industrie hanno finora negato l’accesso ai dati dei propri studi proprio perché nei consensi informati attualmente utilizzati non si fa esplicito riferimento a questa disponibilità! Diverse sono le iniziative e le petizioni per far sentire la voce dei cittadini e degli addetti ai lavori su queste temi, sia in Italia (vedi l’articolo che segue) che all’estero (http://www.alltrials.net/), che volentieri divulghiamo.
Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”.
Per un mondo migliore
Il nostro mondo è cronicamente malato, come cronicamente malati siamo noi ed altre specie che lo popolano. Entro certi limiti tutto ciò è inevitabile. Ma noi rischiamo di andare oltre. Le malattie non comunicabili, legate a cattive abitudini comportamentali e all’inquinamento, causano circa 35 milioni di morti all’anno (i due terzi delle morti totali), soprattutto nelle classi più povere e nelle nazioni a redditi più bassi. E l’inquinamento e la distruzione dell’ambiente stanno causando nuove malattie infettive, alcune tramesse dagli animali. Per arrestare questa tendenza, è necessaria una strategia globale che preveda il coinvolgimento di scienziati, medici, veterinari, agronomi, associazioni di volontariato ed un diretto coinvolgimento di istituzioni ed organizzazioni che rappresentano il maggior numero possibile di individui. Ma perché possa nascere un progetto tanto ambizioso quanto determinante per il nostro futuro è indispensabile sviluppare…l’etica della lungimiranza.
Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.
L’Umbria si mette in moto contro l’obesità
Abbiamo già parlato del problema delle malattie non trasmissibili (cancro, diabete, patologie cardiovascolari e respiratorie croniche) (http://www.fivehundredwords.it/post/it-il-fardello-sociale-delle-malattie-non-trasmissibili) e certo l’obesità rappresenta una sorta di suolo comune sulla quale ognuna di esse trova un substrato predisponente ormai ben acclarato. Purtroppo, quello cui si è assistito nel corso degli ultimi decenni, è stata un aumento globale di obesità e sovrappeso fra i bambini e gli adolescenti. E in Italia non abbiamo fatto meglio che altrove, anzi. Un timido tentativo di invertire la rotta sembra essersi osservato negli ultimissimi anni. Ma bisogna rafforzare questa debole tendenza se non vogliamo condannare i nostri figli e nipoti ad un’infanzia difficile ed un’età adulta disturbata da gravi malattie e da spese sanitarie insostenibili.
Pierpaolo De Feo ha avviato un programma d’intervento contro l’obesità in Umbria, rivolto ai bambini dai 4 ai 12 anni, che molto volentieri contribuiamo a diffondere.Pierpaolo De Feo, è Professore Associato di Endocrinologia dell’Università di Perugia, dove dirige il C.U.R.I.A.MO. (Centro Universitario Ricerca Interdipartimentale Attività Motoria). E’ autore di circa 140 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali , diverse in tema di esercizio fisico e strategie per migliorare gli stili di vita. E’ stato coordinatore del Gruppo Attività Fisica di Diabete Italia ed è attualmente Presidente dell’Italian Wellness Alliance.
Trombosi venosa profonda ed embolia polmonare
Elvira Grandone, medico ricercatore. Si occupa di malattie monogeniche e multifattoriali, particolarmente coinvolta in progetti di ricerca sulla salute della donna. Autrice di numerosi articoli su riviste internazionali e di linee-guida nazionali sul rischio tromboembolico nella donna e sulla gestione di patologie ostetriche. Co-autrice anche di un documento coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità sul rischio trombotico da contraccettivi orali.
Prendiamoci cura dell’aggiornamento professionalmente di chi…ci cura!
Luca De Fiore è direttore del Pensiero Scientifico Editore dal 1992. Nel 2000 ha contribuito a fondare la web agency Think2it che si occupa di comunicazione multimediale sulla salute e sulla medicina. E' stato presidente della Associazione Alessandro Liberati - Network Italiano Cochrane, che si interessa di promozione della medicina basata sulle evidenze e di coordinamento delle attività della Cochrane Collaboration in Italia. Cura il blog http://dottprof.com e dirige la rivista mensile indicizzata Recenti progressi in medicina (www.recentiprogressi.it).
Con gli OGM siamo... ai confini della realtà!
Gilberto Corbellini è professore ordinario di storia della medicina e docente di bioetica alla Sapienza, Università di Roma. Ha pubblicato una decina di libri, oltre un centinaio articoli e collabora con Domenica del Sole24Ore.
Ma nel nostro Paese, la ricerca interessa davvero a qualcuno?
Pietro Greco è giornalista scientifico e scrittore, laureato in chimica, è socio fondatore della Fondazione IDIS-Città della Scienza di Napoli. È membro del consiglio scientifico dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA). È direttore della rivista Scienza&Società edito dal Centro Pristem dell’università Bocconi di Milano. È condirettore del web journal Scienzainrete edito dal Gruppo 2003. Collabora dal 1987 con il quotidiano L’Unità, di cui è editorialista scientifico e ambientale.
Come aiutare il SSN
Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”.
Venghino signori, venghino
Paola Tarro è laureata in Farmacia e specialista in Farmacia Ospedaliera e Territoriale. Partecipa ad un progetto di farmacovigilanza presso il PO San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro di Giarre (CT), occupandosi della segnalazione di sospette reazioni avverse a farmaci.
Un Paese …scientificamente confuso!
Paolo Russo è giornalista de La Stampa, dove scrive di politica economica e sanità. E' responsabile, inoltre, della comunicazione della Federazione Italiana Aziende Sanitarie ed Ospedaliere (Fiaso) e del Campus Bio Medico di Roma.
Gli scienziati sono sessisti
Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.
Incontri ravvicinati del terzo tipo tra…Scienza e Politica
Lo scorso 10 dicembre si è svolto a Palazzo Madama un incontro su scienza, innovazione e salute, con l’obiettivo di avvicinare la classe politica agli scienziati. Il mondo della politica e quello della scienza, purtroppo, si frequentano poco ma adesso che Elena Cattaneo, una scienziata, siede in Senato, sarà più facile cercare di farli dialogare.
Qui riportiamo una sintesi dell’intervento di Giuseppe Remuzzi, dell'Istituto Mario Negri di Bergamo, che accenna alla storia della medicina in Italia dai fasti passati alle difficoltà odierne. Che funga d’auspicio per tornare agli splendori dei tempi che furono e che aiuti anche a scrollarsi di dosso una certa patina di provincialismo e di complesso d’inferiorità che troppo spesso ci affligge.Giuseppe Remuzzi è Direttore del Dipartimento di Medicina degli Ospedali Riuniti di Bergamo e coordina le attività di ricerca delle sedi di Bergamo dell’Istituto Mario Negri e del Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare. E’ membro del “Gruppo 2003” che annovera gli scienziati italiani più citati dalla letteratura scientifica ed ha ricevuto nel 2007 il “John P. Peters Award”, il più prestigioso premio nel campo della nefrologia internazionale. E’ Commendatore della Repubblica per meriti scientifici ed editorialista del Corriere della Sera.
Le malattie non trasmissibili rappresentano un problema di ordine planetario.
Per vincere questa battaglia, come altre che riguardano gli interessi generali dell’intera umanità, bisogna oggi affrontare sacrifici e rinunce per lasciare domani in eredità una società più giusta, più sostenibile, più sana di cui noi non godremo. Insomma, dovremo essere eticamente lungimiranti.
Ce la faremo?
Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.
La medicina ha i suoi limiti. Bisogna farsene una ragione
Nino Cartabellotta (www.ninocartabellotta.it) è medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia; si interessa di metodologia con competenze trasversali a tutte le professioni ed i livelli organizzativi del sistema sanitario. Fondatore nel 1996 del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze (www.gimbe.org), dal 2010 è presidente della Fondazione GIMBE. E’, inoltre, Direttore Responsabile di Evidence, rivista metodologica open access e Autore del blog “La sanità che vorrei”.
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